Attilio Fontana smentisce le indiscrezioni circolate nelle ultime ore in merito ad un lockdown nella Regione Lombardia. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Per ora sono contrario a lockdown a Milano». Lui però non è così netto nella sua presa di posizione, infatti non esclude cambi di rotta. «Anche nella peggiore delle ipotesi avremmo 10-15 giorni per decidere un eventuale lockdown», ha precisato il primo cittadino meneghino. Ma Fontana ha parlato anche di scuola dopo l’incontro con il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, Augusta Celada, e con i dirigenti scolastici provinciali. «Abbiamo condiviso di confermare la linea assunta dalla Regione Lombardia che prevede la didattica a distanza al 100% per le scuole secondarie superiori. Una decisione che, giova sempre ricordarlo, è frutto del confronto quotidiano con i nostri medici e i nostri scienziati, sulla base dei dati riguardanti la diffusione del virus nella nostra regione». Con l’assessore all’Istruzione Melania Rizzoli ha ringraziato i dirigenti scolastici lombardi per la loro collaborazione e l’impegno. «Hanno dimostrato di essere pronti all’ennesimo sforzo comprendendo che ci troviamo in una situazione davvero critica». (agg. di Silvana Palazzo)



LOCKDOWN IN LOMBARDIA? FONTANA VS MESSAGGERO

Al momento non ci sarà alcun lockdown totale in Lombardia: dopo che la notizia era circolata oggi in prima pagina su “Il Messaggero” (quotidiano di Roma, ndr), la secca smentita arriva direttamente dal Governatore lombardo Attilio Fontana che parla di gravissima «fake news». Dagli alarmi degli scienziati Galli (Ospedale Sacco) e Ricciardi (consulente Ministero della Salute) fino al timore delle strutture stesse ospedaliere che davanti alla crescita di contagi e ricoveri ormai da giorni parlano della necessità di misure più stringenti del coprifuoco e del semi-lockdown dei locali nell’ultimo Dpcm: ora però è la Regione ad intervenire ribadendo la falsità della ricostruzione fatta su diversi quotidiani che vedrebbe nelle prossime ore Fontana con sul tavolo del Pirellone la bozza di un provvedimento di confinamento regionale totale. «La notizia pubblicata dal quotidiano ‘Il Messaggero e ripresa da altri organi di informazione è falsa», scrive il Presidente Fontana, «Ciò che rende ancor più grave la fake news, è che, ieri pomeriggio, alla richiesta da parte de ‘Il Messaggero’ di una conferma alla notizia, Regione Lombardia aveva già dato smentita. Oggi la ‘notizia’ è sulla prima pagina del quotidiano». In vista dell’emergenza crescente, garantisce il n.1 del Pirellone «Escludo che ci siano le condizioni per prevedere ipotesi di questo genere, anzi, tutti i nostri interventi vanno nella direzione di evitare ogni tipo di lockdown».



LOCKDOWN IN LOMBARDIA? LA SMENTITA E GLI ALLARMI

Smentito il lockdown, come del resto già ieri il Governatore Fontana aveva spiegato intervenendo a commento dell’ennesima giornata di crescita contagi e stress del sistema sanitario in tutta la Lombardia: «L’unica bussola da seguire deve essere quella della salute dei cittadini e della tenuta della vita economica e sociale delle nostre comunità. Ogni scelta che non tenesse conto di queste priorità potrà offrire magari un premio effimero sui media ma nessun reale vantaggio per i nostri concittadini». Oggi però i retroscena della stampa nazionale avevano messo in forte discussione l’ordinanza sul coprifuoco parlando di inevitabile lockdown regionale ormai alle porte: la notizia viene smentita al momento, anche se già questo pomeriggio i reparti dei Pronto Soccorso lombardi chiedono misure più dure «L’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione – spiega il responsabile del Coordinamento Covid-19 per gli ospedali della Lombardi, Bertoliniè drammatica non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale. Se vogliamo fermare l’ epidemia è il momento di chiudere tutto, non c’è altra strada. Se si fosse fatto qualcosa prima, quando si doveva fare,si sarebbero potute prendere misure più soft, ma ora non si può più e le misure del governo sono troppo blande».

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