Il piano vaccini di Guido Bertolaso diventa il nuovo oggetto di scontro tra la Regione Lombardia e il ministero della Salute. Dopo le dissonanze sul monitoraggio, senza dimenticare le molteplici contrapposizioni sulla gestione della pandemia Covid da parte del governo Conte, scoppia un altro caso. A denunciarlo è Attilio Fontana. «Trovo incredibile che il ministero della Salute abbia deciso di bloccare la valutazione, prevista per oggi da parte del Cts, del piano vaccinale di massa della Lombardia», ha attaccato il governatore lombardo. Il piano vaccini di Bertolaso, che prevede la vaccinazione di 10 milioni di italiani residenti in Lombardia, era stato inviato ieri da Fontana e dalla vicepresidente Moratti «come contributo lombardo e best practice da proporre anche a livello nazionale».



Ma la presa in esame è incomprensibilmente saltata. «Riteniamo che il piano vaccinale sia una priorità per tutto il Paese e che non debba sottostare a logiche di parte», ha attaccato Attilio Fontana. In un momento così delicato per il nostro Paese, in cui lo stesso Capo dello Stato Sergio Mattarella richiama alla massima collaborazione tra le parti, si finisce per ostacolarsi.



ESAME PIANO VACCINI, C’ERA ACCORDO CON MIOZZO (CTS)

Peraltro, Regione Lombardia fa sapere che ieri Guido Bertolaso, coordinatore del piano regionale dei vaccini, aveva concordato con il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) nazionale, Agostino Miozzo, di inviare il piano testato domenica alla Fiera di Milano per una valutazione. Oggi si è riunito il Cts nazionale, ma il ministero della Salute, dopo aver appreso di questo passaggio concordato da Bertolaso e Miozzo, come riportato da Repubblica, ha fatto sapere che questo esame con la valutazione successiva non ci sarà. Il capo di gabinetto del ministero della Salute in una lettera inviata al Cts sul piano vaccini lombardo ha spiegato che «ogni atto delle singole Regioni diretto a intervenire sulla materia può essere valutato dal ministro della Salute in ragione della necessità di azioni coordinate ed omogenee su tutto il territorio nazionale». Viene sottolineata, inoltre, la necessità di un «raccordo» tra le iniziative delle Regioni con le prescrizioni nazionali e si assicura che ci sarà comunque un esame «rapido e costruttivo» del piano, «purché in linea con le indicazioni del piano nazionale».



BERTOLASO “OSTACOLATO DA ROMA”

Di fatto, l’iniziativa della Regione Lombardia viene incomprensibilmente ignorata dal ministero della Salute. Una mossa che però non sorprende Guido Bertolaso, il quale infatti nei giorni scorsi aveva svelato un retroscena riguardo l’ostilità di Roma. «Non mi giungerà nessun aiuto da Roma semplicemente perché sono contrapposto al governo centrale». Aveva, infatti, spiegato di aver contattato i colleghi della direzione generale della Presidenza del Consiglio, dopo aver ricevuto la telefonata per il suo incarico: «Ho chiesto, visto che stavo andando a Milano per un’operazione molto importante, di avere due tre ragazzi per la mia squadra». La risposta ricevuta lo ha raggelato: «Mi hanno detto: “tu sei in contrapposizione con il governo centrale e se te li diamo ci cacciano”. Sono rimasto molto colpito». Dichiarazioni che avevano stupito, ma che alla luce di quanto emerso oggi devono invitare il premier incaricato Mario Draghi a invertire la rotta anche per quanto riguarda i rapporti con le Regioni.