Intervenuto in Consiglio regionale, il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha parlato dell’indagine che lo vede coinvolto, quella per la fornitura di camici da parte della Dama spa. “Dei rapporti negoziali a titolo oneroso tra Dama e Aria non ho saputo fino al 12 maggio scorso”, ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, ribadendo la convinzione che si sia trattato di “un negozio del tutto corretto”. Eppure dice di aver chiesto al cognato di rinunciare al pagamento “per evitare polemiche e strumentalizzazioni”. In un altro passaggio Fontana spiega che gli attacchi ricevuti hanno causato “un grave contraccolpo a livello di reputazione” per la Regione Lombardia. Parla di un “sentimento negativo” nei confronti però di un sistema, quello sanitario lombardo, che è di eccellenza ed è “riconosciuto a livello nazionale e internazionale”. Infine, ha ribadito che “ogni euro raccolto e speso” durante l’emergenza coronavirus “ha una sua giustificazione, motivazione e una rendicontazione”. Intanto le opposizioni preparano la mozione di sfiducia. (agg. di Silvana Palazzo)
FONTANA “NON È STATO SPESO UN EURO PER I CAMICI”
Sta parlando in questi istanti in Consiglio regionale, il governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana. La decisione di intervenire pubblicamente è stata presa dopo le numerose accuse a mezzo stampa giunte nei suoi confronti, da cui lo stesso intende lecitamente difendersi: “Ho riflettuto molto sull’opportunità di intervenire oggi – le parole d’esordio, come riferito dall’edizione online di Libero di oggi, 27 luglio – soprattutto per la preoccupazione di dare un’ulteriore cassa di risonanza per polemiche che ritengo sterili, strumentali e lesive della mia persona e dalla carica che ricopro”. E ancora: “Ho deciso di venire qui per voltare pagina e con la volontà di andare oltre per affrontare le sfide e opportunità che ci aspettano”. Fontana si dice convinto che “giorno dopo giorno la verità verrà a galla“, per poi ricordare il famoso video della mascherina in periodo di lockdown: “Quando sono andato in video con la mascherina, gli inquisitori che allora criticavano come eccessive queste prese di posizione sono stati feroci critici per denunciare lentezze con l’aggravarsi della situazione. Quello che è successo nei giorni successivi rimarrà scolpito nella memoria”. E più specificatamente sul caso camici: “Non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei familiari. Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, è quello qui illustrato, nulla di più ne di meno, se non il fatto che regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici“. Fontana ha poi puntato il dito nei confronti di alcuni media, senza fare citazioni, dicendo che la notizia della sua indagine è stata “divulgata dalla più faziosa informazione“. Più in basso il video delle parole di Fontana in diretta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FONTANA: “MAI MULÀ, OGGI RISPONDO A TUTTO”
Il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha pubblicato stamane un post sulla propria pagina Facebook, il proprio pensiero in merito alla mozione di sfiducia che vorrebbero presentare nei suoi confronti i colleghi del Movimento 5 Stelle: “Oggi ore 10.30 rispondo – scrive – intervengo in Consiglio Regionale per rispondere alle troppe false ricostruzioni create ad arte in queste settimane per danneggiare me e la giunta che presiedo per mero opportunismo politico”. Fontana parlerà ovviamente anche dell’indagine sui camici forniti alla Lombardia, che vede lo stesso governatore sotto inchiesta: “Le notizie uscite in questi giorni – ha aggiunto – avrebbero dovuto porre fine alle polemiche. In molti mi avete espresso solidarietà, vicinanza e finanche ringraziamenti. Altri purtroppo stanno travisando i fatti e, come al solito, in questa Regione lo scarso contenuto politico delle opposizioni porta a ricostruzioni fantasiose della realtà per attaccare la giunta che con orgoglio presiedo”. Fontana aggiunge e conclude: “Ore 10:30, ci siete? Mai mulà! #ForzaLombardia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FONTANA MOZIONE SFIDUCIA CONSIGLIO REGIONALE?
Dopo il caso dei camici donati alla Regione Lombardia e dopo le ultime evoluzioni sui conti in Svizzera e il bonifico fatto nei mesi scorsi alla società Dama (il cui 10% è controllato dalla moglie Roberta Dini), il Governatore Attilio Fontana oggi dovrebbe intervenire in Consiglio Regionale per spiegare la sua versione dopo le tantissime accuse mediatiche giunte a seguito dell’avviso di garanzia ricevuto venerdì. «Il Movimento 5 Stelle è pronto a presentare la mozione di sfiducia a Fontana. Il presidente, da tempo inspiegabilmente assente, deve venire a riferire in Aula», spiegava ieri in una nota Massimo De Rosa, Capogruppo M5s in Regione Lombardia, «Dalle mascherine pannolino ai test sierologici, senza dimenticare l’ospedale in Fiera, fino al caso camici per il quale è indagato, sono tante le risposte che il governatore deve ai lombardi».
Fontana resta indagato per frode anche se le diverse “ombre” gettate in questi giorni dalle ricostruzioni giornalistiche hanno portato il livello della vicenda “camici” a un autentico “caso Lombardia” che si somma a quelli già in atto sulla gara Diasorin-San Matteo di Pavia e sulla gestione dell’emergenza coronavirus: «E’ tutto perfettamente trasparente, tracciato, tracciabile e privo di qualsiasi ombra», ha spiegato ieri l’avvocato del Governatore lombardo, Jacopo Pensa, raggiunto da LaPresse. Il legale chiederà nei prossimi giorni di poter chiarire coi magistrati la posizione di Fontana, che al momento non intende invece per ora essere ascoltato e non ha ricevuto alcuna convocazione dalla Procura: «bonifico al cognato (presidente della Dama spa, ndr)? È stato fatto dal governatore per compensare il mancato introito della Dama Spa, per partecipare alla donazione della fornitura di camici alla Regione. Mi sembra la favola del lupo e dell’agnello», conclude l’avvocato Pensa.
M5S ATTACCA “DIMISSIONI FONTANA SUBITO”
Nel frattempo è piena bagarre politica contro la Lombardia e di riflesso contro la Lega: «Il modello di sanità lombarda lo studiano gli Stati Uniti, Israele e la Germania. Non saranno tre pennivendoli e tre magistrati in cerca di fama a infangare uno dei fiori all’occhiello dell’Italia. Quando se la prendono con me è della serie ma chi se ne frega. Ma quando per attaccare la Lega attaccano undici milioni di Lombardi allora non ci sto», ha attacco il leader Matteo Salvini nell’intervista a Il Giornale di domenica 26 luglio 2020. Oggi Fontana, o al più tardi domani, dovrebbe intervenire in Consiglio Regionale per stabilire la verità della sua posizione sia sul fronte camici che sui fondi in Svizzera tenuti dal Governatore tramite l’anziana madre. «Che vadano a vedere tutto quello che vogliono. Noi siamo tranquilli. È una eredità, scudata, regolarizzata, tracciabile e assolutamente ufficiale» ha commentato ancora l’avvocato di Attilio Fontana sentito dalle agenzie di stampa.
«La giunta lombarda non può andare avanti, e nella vicenda di Attilio Fontana la toppa è persino peggiore del buco», ha invece rincarato la dose il viceministro dello Sviluppo Economico, tra i principali leader del M5s lombardo, Stefano Buffagni: «non entro nel merito della vicenda giudiziaria ma nella migliore delle ipotesi siamo di fronte alla conferma della inadeguatezza di questa giunta e di chi la guida». Per il M5s, che è pronto a presentare la mozione di sfiducia per richiedere le dimissioni immediate, «il fatto che la Regione abbia chiesto i camici a una società del cognato di Fontana, di cui è azionista sua moglie, non basta già di per sé perché il governatore si dimetta? C’è un chiaro problema di opportunità e la gestione ex post del proprio caso da parte del governatore mi colpisce molto», conclude Buffagni. Il Governatore Fontana invece si difenderà nel merito della vicenda, facendo chiarezza sulle presunte “ombre” finora rilanciate dai media: in merito al conto da cui avrebbe tentato di fare un bonifico al cognato Andrea Dini (dopo la trasformazione della fornitura a Regione Lombardia di 75mila camici in una donazione, ndr) Fontana ha spiegato «nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici».