Attilio Fontana ha querelato Il Fatto Quotidiano. Si legge su Ansa, la vicenda risale alla metà dello scorso aprile ed è relativa all’ordine che Regione Lombardia aveva fatto di alcuni camici alla società Dama SpA. “Il testo del Fatto, in maniera consapevole e capziosa, omette di dire chiaramente che la Regione Lombardia non ha eseguito nessun pagamento per quei camici e l’intera fornitura è stata erogata dall’azienda a titolo gratuito”. Una donazione: così ha anche detto Andrea Dini, fratello di Roberta Dini e amministratore delegato di Paul&Shark: il marchio è prodotto appunto dall’azienda Dama, ormai da decenni. Riavvolgiamo però il nastro, per capire di cosa si stia parlando: il 16 aprile Dama SpA ha ricevuto da Aria, la centrale acquisti della Regione Lombardia, l’ordine di 513 mila euro di camici. Di questa società – la Dama – è proprietaria al 10% Roberta Dini, la moglie di Fontana.



FONTANA QUERELA IL FATTO

Giorgio Mottola, giornalista di Report, nel suo servizio dice chiaramente che la fornitura di camici sarebbe avvenuta senza una gara d’appalto. Nel servizio si fa riferimento alle date: Andrea Dini dice di non aver incassato nemmeno un euro dai camici, e di avere tutte le carte in regola per dimostrarlo. Ora, sul Fatto compare la notizia secondo cui l’ad di Paul&Shark avrebbe effettivamente restituito i soldi a Regione Lombardia, ma lo avrebbe fatto ben 40 giorni dopo la fornitura del materiale sanitario. “Se fossimo maliziosi, ma non lo siamo, la restituzione coincide con il periodo in cui Report ha cominciato la sua inchiesta” prosegue il quotidiano; come dire, non si trattava di una donazione ma di un servizio pagato, una “marchetta”, e i soldi sono stati restituiti per evitare un’indagine. Fontana, suo malgrado, aveva già contribuito a spiegare la sua versione dei fatti: in un post su Facebook ha scritto che, “appurato che da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo gli aiuti”, la Regione si era vista costretta ad incaricare Aria dell’approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.



La Dama SpA era stata tra le aziende che avevano accolto la richiesta: aveva anche convertito la sua produzione in dispositivi di protezione individuale per medici e operatori sanitari. Fontana, nel suo lungo messaggio, aveva ricordato come diversi media avessero riportato la notizia in maniera positiva. “La stessa Società si è distinta anche con una donazione di 60000 euro sul fondo straordinario per l’emergenza istituito da Regione Lombardia, e ha fornito gratuitamente mascherine e camici ad ospedali e amministrazioni comunali”. Il governatore lombardo aveva poi chiuso il messaggio riportando distintamente l’ordine del 16 aprile: 7000 set costituiti da camice+copricapo+calzari al costo di 9 euro e 75000 camici a 6 euro, in entrambi i casi il prezzo più basso in assoluto.

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