“È stato Davide Casaleggio a indire il voto sulla piattaforma Rousseau”. Lo rivela un eletto M5s che chiede l’anonimato. Dalle 13 di oggi fino alla stessa ora di domani, gli iscritti certificati (da almeno sei mesi) del Movimento 5 Stelle possono votare sull’appoggio dei gruppi parlamentari pentastellati al governo Draghi (il voto al momento risulta sospeso: qui tutti gli aggiornamenti, ndr). Tuttavia, “secondo le regole interne – precisa la stessa fonte – questa votazione doveva essere stabilita dal garante Beppe Grillo o dal vertice politico uscente, cioè Vito Crimi”.



Perché l’ha fatto Casaleggio? “Guarda a un partito suo, che ha iniziato a costruire da un bel po’”.

E qual è il punto attuale? “La maggioranza dei votanti potrebbe respingere il sostegno del Movimento 5 Stelle al governo Draghi. Si rischia di mandare in fumo le proposte di programma avanzate da Beppe al presidente incaricato, le consultazioni, le nostre battaglie sull’ambiente, il lavoro svolto dal governo giallorosso, la disponibilità manifestata da Giuseppe Conte e l’alleanza con Pd e Leu”.



Sicuro? “Alessandro Di Battista continua a martellare sul ‘no’. Barbara Lezzi ha pubblicizzato ‘V-Day: No governo Draghi’”, cioè un’adunanza on line (a ridosso del voto su Rousseau), tenuta ieri sera alle 21. “La nascita di questo governo – si legge sulla pagina Facebook della Lezzi – ha avuto come obiettivo quello di far fuori Conte e di eliminare il tratto distintivo del M5s”. “Noi – è il memorandum contenuto nel post della parlamentare – siamo quelli che abbiamo lottato, dall’opposizione, per cacciare Berlusconi dal Senato e ce l’abbiamo fatta. Noi siamo quelli che abbiamo condiviso i video di Di Battista che leggeva la sentenza Dell’Utri in cui viene scritto nero su bianco che Forza Italia ha finanziato la mafia”.



Segue l’orientamento, che non è isolato, dell’ex ministra pentastellata. “Non possiamo permettere di dare al Paese un segnale così devastante in questo periodo di fragilità. Altro che responsabilità, sarebbe molto pericoloso”.

Quindi l’argomento chiave riportato dalla Lezzi, a quanto pare condiviso anche da Nicola Morra e diversi altri senatori: “Vi basterà – continua il post – ascoltare qualche intervista a Gratteri in cui lancia l’allarme su possibili e più semplici infiltrazioni mafiose nell’economia”. Per la verità il magistrato non c’entra affatto con il governo Draghi.

Infine compaiono l’auspicio e l’alternativa espressi dalla Lezzi, su cui sarebbero d’accordo una buona fetta di senatori 5 Stelle. “Meglio astenersi. Avremmo forza e libertà – conclude il post – per incidere dal Parlamento con azioni di verifica, indirizzo e controllo”.

E poi? “Dopo – risponde preoccupato il nostro interlocutore 5 Stelle – è un gigantesco punto di domanda. Ma Draghi potrebbe addirittura salutarci tutti. A quel punto torneremmo alle elezioni, con una responsabilità enorme davanti agli italiani e al Capo dello Stato”.

Ma questo non era da mettere in conto? “Il momento è molto delicato. Non si doveva affidare agli iscritti la scelta sulla fiducia all’esecutivo Draghi. Ci sono milioni di persone cui servono risposte immediate. E ci sono sforzi da parte di anime politiche profondamente diverse, che come noi hanno capito qual è la posta in gioco. Qui bisogna accelerare sulle vaccinazioni, evitare crolli economici e finanziari, garantire il lavoro e aiutare chi lo perderà. Occorre ragionare con i sindacati, confrontarsi in parlamento sul Recovery, assicurare stabilità e prospettive al Paese, raccordarsi con l’Europa”.

Ma la democrazia partecipativa non è per voi irrinunciabile? “Come si fa, in queste poche ore, ad affrontare con gli iscritti un discorso politico aperto, libero da pregiudizi, veramente etico e di prospettiva? Siamo stati eletti per scaricare le nostre responsabilità?”.

E se Grillo e Conte perdono su Rousseau? “A questo punto è un rischio da correre”, chiosa la nostra fonte.

Perché mi ha raccontato questa storia, che cosa ci guadagna? “Io niente. Si chieda che cosa ne può ricavare il Paese”.

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