In pericolo la fonte battesimale di Gesù in Giordania
La Giordania ha deciso recentemente di puntare parecchio sul turismo religioso con un progetto per rimettere in sesto e salvare il luogo, già patrimonio dell’UNESCO, che i Cristiani ritengono essere la fonte battesimale di Gesù Cristo. Il sito attualmente attira già all’anno migliaia di visitatori, ma con il nuovo piano pensato dal governo si punta a raggiungere l’impressionante cifra di un milione di visitatori all’anno.
Grazie ai 300 milioni di dollari stimati per il progetto, vicino alla fonte battesimale di Gesù, in Giordania, verrà eretta una sorta di città turistica. Grazie a boutique tematiche, negozi di souvenir, aree pedonali ed anche musei, il sito del battesimo si trasformerà in una vera e propria tappa del già florido settore del turismo religioso, contribuendo anche alla salvaguardia del sito. Infatti, come riporta il quotidiano Jerusalem Post, nel corso degli ultimi anni una serie di costruzioni, non regolamentate, hanno messo in grave pericolo il paesaggio incontaminato dell’area, ed occorre ora un ampio intervento per la sua salvaguardia, al fine di preservare la secolare storia che il sito testimonia.
Il progetto per la fonte battesimale di Gesù
Insomma, sembra che la fonte battesimale di Gesù, in Giordania, sia in grave pericolo, rischiando di sparire nell’arco di alcuni decenni senza interventi per la sua salvaguardia. “Questo aiuta i cristiani del Medio Oriente a preservare la loro presenza e il loro credo”, ha detto a Reuters Bechara Boutros Al-Rai, il patriarca maronita del Libano, presente alla cerimonia in cui si è discusso, davanti anche al Re della Giordania, Abdullah, dei piani futuri per il sito.
La città turistica vicina alla fonte battesimale di Gesù è stata spiegata dallo stesso architetto che l’ha progettata, Kamel Mahadin. “Parliamo di pietre e ciottoli rustici, oltre a progetti architettonici che preservano la natura incontaminata del luogo e assicurano che la santità e la spiritualità che esistevano 2.000 anni fa non vengano calpestate da alcuno sviluppo. Non stiamo parlando di un paesaggio hi-tech”. Inoltre, è stato chiarito che il progetto non prevederà alcuno stanziamento economico da parte dello Stato, così come il terreno non verrà affidato a nessun acquirente straniero, ma si utilizzeranno totalmente fondi ricavati da chierici e finanziatori birmani, che hanno già visitato il sito accompagnati dall’archietetto Mahadin.