Il caso delle razzie delle fonti battesimali a Napoli è finito al centro di un servizio di cronaca pubblicato sull’edizione in edicola oggi, lunedì 21 marzo 2022, del quotidiano “Il Mattino”, che cita una lista di 93 arredi sacri che sarebbero spariti dalla chiesa di San Giovanni e Paolo di piazza Ottocalli. Tra questi vi sarebbero anche una statua antica e due confessionali e il sospetto, scrive la testata giornalistica partenopea, è che altri oggetti della parrocchia dell’Arenaccia possano essere “finiti nelle case o nella disponibilità dei capiclan, proprio come avvenuto per tre preziose statue del ‘600 ritrovate un anno fa nel palazzo di Ninella Aieta, madre delle tre sorelle che hanno sposato i tre boss – Ettore Bosti, Edoardo Contini e Francesco Mallardo – del più potente clan campano, l’Alleanza di Secondigliano”.
Tale ipotesi investigativa, si legge nel servizio, potrebbe essere adesso appurata dalla Procura del capoluogo campano che, su segnalazione proprio de “Il Mattino”, aveva rinvenuto le tre antiche statue di cui sopra che i clan usavano per sfoggiare la propria influenza sul territorio durante le processioni religiose tra inchini e soste davanti agli altarini dedicati agli affiliati.
FONTI BATTESIMALI RAZZIATE A NAPOLI: “INCONTRI TRA I BOSS IN SAGRESTIA”
Nel prosieguo dell’articolo imperniato sulla razzia delle fonti battesimali, “Il Mattino” sottolinea che “alla lettera inviata al nostro giornale sono stati allegati anche due video di due distinte manifestazioni religiose: il primo risalente all’ottobre del 1994, l’altro – a distanza di venti anni – dell’ottobre del 2014”. Dai filmati appare chiaro
che dalla chiesa di San Giovanni e Paolo, nella cui sagrestia, come appurato dagli inquirenti, si tenevano persino incontri tra i boss, mancano diversi oggetti. “Sono finiti – si chiede l’informatore del giornale, scrivendo alla Procura – in qualche magazzino della curia? Oppure nei bunker o nelle case di qualche boss della zona?”.
Sempre “Il Mattino” riporta come tra i beni mancanti segnalati “ci sarebbe anche un’altra antica statua che non si sa dove sia andata a finire: una statua antica di San Pio X, che sarebbe anche questa di grande valore storico ed economico. La nostra fonte spiega che nel corso degli anni mezza chiesa è stata smontata ed è stata venduta e stessa fine avrebbero fatto candelabri, candelieri, paramenti, calici, incensieri, ma anche le tavole con le stazioni della via Crucis”.