Transizione alimentare: un obiettivo che comporta nuovi maggiori costi sia per i fornitori della Gdo, sia per chi entra a far la spesa. Carrefour si organizza, propone nuove soluzioni e fissa nuovi obiettivi.  Parla Christophe Rabatel, Ceo di Carrefour Italia.

In una recente intervista ha dichiarato che Carrefour si è prefissato di diventare leader nella transizione alimentare. Cosa vuol dire?



Vuol dire che occorre cambiare il modo in cui lavora l’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione, garantendo prezzi equi e accessibili. In quanto protagonisti del settore italiano della Gdo, il nostro compito è quello di tutelare il potere d’acquisto dei nostri clienti senza però dimenticare la nostra missione principale, ribadisco, quella di diventare leader della transizione alimentare. A tal proposito abbiamo sviluppato una gamma di prodotti primari per assicurare anche alle fasce di reddito più basse la possibilità di effettuare una spesa essenziale e quotidiana a un prezzo conveniente. Sono circa 200 prodotti – disponibili in tutti i format Carrefour, dall’ipermercato al negozio di prossimità fino all’e-commerce – il cui prezzo si allinea a quello del discount. Una strategia omnichannel che si affianca all’iniziativa del “Carrello anti-inflazione” lanciata lo scorso febbraio: un paniere di 30 prodotti a 30 euro che al suo interno comprende referenze a marchio Carrefour e Simply. Inoltre, abbiamo aderito all’iniziativa promossa da Federdistribuzione riguardante il “Trimestre anti-inflazione” voluto dal Mimit, in partenza il prossimo 1° ottobre. Un’ulteriore evidenza del fatto che Carrefour intende tutelare il potere di acquisto dei suoi clienti.



A proposito di referenze Carrefour e Simply, che incidenza ha la marca privata sul fatturato complessivo di Carrefour Italia?

Lo scorso anno la marca privata aveva un’incidenza del 30% circa sul fatturato complessivo di Carrefour Italia. Alla fine di quest’anno la percentuale dovrebbe aumentare, raggiungendo il 32-33%, a seguito di una crescita molto importante messa a segno nel 2023. Entro il 2026, inoltre, vogliamo portare la percentuale della marca privata al 40% a livello globale. La Mdd risulta essere sempre più apprezzata dai nostri consumatori perché capace di coniugare un prezzo accessibile e una qualità del prodotto elevata.



Da due anni a questa parte siete leader nel segmento franchising. Quali risultati avete ottenuto finora?

Anche grazie al contributo di 1.200 negozi in franchising, Carrefour Italia è riuscita a raggiungere un buon equilibrio economico. I nostri affiliati svolgono un ottimo lavoro, hanno una profonda conoscenza del territorio e riescono a offrire ai clienti prodotti in linea con le loro esigenze. Lo scorso anno abbiamo avuto moltissime nuove aperture, più numerose anche dei discount, e proprio in questo risiede la forza del modello franchising. Purtroppo il contesto dell’ultimo anno si è dimostrato complesso. È dunque molto probabile che, per quanto riguarda il 2023, i risultati non saranno all’altezza delle aspettative. Rimarrà comunque un anno di consolidamento.

Parliamo di sostenibilità. Tra i vostri fornitori c’è anche Parmacotto, che fra le sue ultime novità propone, allo stesso prezzo della vaschetta in plastica, una vaschetta interamente riciclabile realizzata in carta. Alcuni esponenti della Distribuzione, tuttavia, lamentano il fatto che il prosciutto all’interno non si veda. Se si sostiene il concetto di sostenibilità, però, bisogna sostenerlo in termini fattivi. Cosa ne pensa?

Parmacotto è tra le 16 new entry che quest’anno hanno firmato il Patto per la transizione alimentare. Solitamente quando collaboriamo con i nostri fornitori lavorando alla realizzazione di un prodotto sostenibile e capace di tutelare il potere di acquisto dei consumatori, veniamo premiati in termini di vendite. Sono convinto che senza queste collaborazioni non potremmo andare da nessuna parte. L’esempio di Parmacotto è un esempio virtuoso. Con l’Industria di marca (Idm), però, non sempre è così. È stato dimostrato con il “Trimestre anti-inflazione” promosso dal Mimit. L’Idm, inizialmente, ha manifestato il proprio diniego nei confronti della proposta. Ha poi cambiato idea alla fine dell’estate, ma Distribuzione e Industria continuano a lavorare su tavoli di lavoro differenti.

Francesco Mutti, presidente di Centromarca, a tal proposito ha dichiarato che “la Distribuzione ha un potere enorme e abnorme”. Come risponde a questa affermazione?

Io so solo che la redditività delle grandi multinazionali del food è molto elevata. Nessun confronto con quella della distribuzione. Comunque sia, ci troviamo in un momento storico in cui gli attori della Distribuzione sono chiamati a scegliere le aziende con cui intraprendere collaborazioni. Non dobbiamo solamente tutelare il potere di acquisto dei cittadini, dobbiamo impegnarci anche a lavorare sul concetto di sostenibilità. È necessario dunque che Distribuzione e Industria condividano valori comuni. Chi non rientra in queste strategie di sostenibilità non può far parte della nostra rete di fornitori.

A questo proposito Alexandre Bompard, il Ceo di Carrefour, è stato chiaro. Entro il 2026 o l’Idm si adegua oppure fuori…

Confermo. Bompard ha detto a chiare lettere a cento fornitori, i più importanti per noi, che occorre lavorare in concreto per raggiungere l’obiettivo della limitazione delle emissioni di anidride carbonica fissato dall’Unione Europea. Solo il 30% ha risposto in maniera fattiva. C’è un portale, lanciato da Carrefour, che si chiama 20megatons che rappresenta il nostro obiettivo di ridurre di 20 tonnellate l’anidride carbonica del Gruppo. Tutti i fornitori possono entrare in questo portale e caricare le loro azioni per la riduzione dell’effetto serra. Di conseguenza viene valorizzato l’obiettivo di risparmio fissato. Chi ci sta, bene. Altrimenti dopo il 2026 è fuori.

Un’ultima domanda. Ha aperto a Milano, in piazza De Angeli, il primo negozio Terre D’Italia. Ne seguiranno altri?

A Milano il format funziona piuttosto bene, anche se l’estate non è il periodo migliore per valutarne le performance. Il format però piace. Probabilmente il progetto si espanderà, ma ancora non voglio fare previsioni azzardate.

(Angelo Frigerio)

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