I cibi fermentati fanno bene, da sempre sono Patrimonio dell’Unesco ed è importante capirne anche il perché. Per prima cosa andiamo però a capire quali alimenti possano considerarsi tali. Si tratta di mangiare ciò che ha subito una fermentazione. Tra questi troviamo yogurt, pane, birra, vino, formaggi e molti altri tipi di alimenti dal gorgonzola fino ad arrivare al miso giapponese e al kimichi coreano. Ma quali sono i benefici che questi apportano? Si va dal favorire la digestione, prevengono poi patologie infiammatorie, depurano l’organismo e aiutano anche a stare bene con la salute. Addirittura secondo molti scienziati si potrebbe fermentare qualsiasi alimento, addirittura anche le patate. Su queste ha lavorato l’associazione Slow Food che parla di procedura complessa per liofilizzarle e trasformarle in una polvere che si può arrivare a conservare addirittura per degli anni.



I cibi fermentati fanno bene: Perché e quali sono?

Sono diversi i cibi fermentati alla base della nostra cultura alimentare, ma tanti altri provengono anche da oriente. Tra questi infatti c’è il sakè, tipica bevanda di riso giapponese che è molto nota in tutto il mondo. C’è poi anche il kombucha che è un particolare té dolce fermentato da organismi che lo portano a diventare un preparato energetico molto simile al sidro di mele. Diversi prodotti poi sono di natura vegetale come il tempeh che è nato dai fagioli di soia fermentati e che ha un valore altamente proteico oltre ad essere molto facile da digerire. Per avere una maggiore conoscenza del prodotto originario può diventare interessante andare a leggere “Il grande libro della fermentazione”, edito da Sonda e scritto dall’esperto Sandor Ellix Katz.

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