Foodinsider, osservatorio delle mense scolastiche di Slow Food

, dà i voti ai menù delle mense scolastiche italiane. E registra i cambiamenti verificatisi fra pre- e post-lockdown. Se fino a febbraio scorso si registravano pur moderati sforzi verso menù più sani e più sostenibili da un punto di vista dell’impatto ambientale (più legumi e meno carne rossa e iniziative contro lo spreco), il Covid ha invertito la tendenza. In seguito al lockdown le mense sembrano infatti aver modificato la propria offerta appiattendosi sui carboidrati (pasta e pizza), in un quadro che in precedenza vedeva prevalere proteine e carne (in proporzioni comunque non equilibrate).



I dati sono stati condivisi il 10 novembre nella conferenza stampa digitale di presentazione del 5° Rating dei menù scolastici e dell’indagine sulla mensa post lockdown (l’incontro si può rivedere a questo link del sito di Terra Madre; presentazione e classifica sono sul sito di Foodinsider.it), che ha visto la partecipazione dell’On. Rossella Muroni, Vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, di Claudia Paltrinieri, Direttrice di Foodinsider, di Francesca Rocchi, delegata per le mense scolastiche di Slow Food Italia, e di Giulio Barocco (Azienda Sanitaria Universitaria di Trieste).



La mensa scolastica, come è cambiata nel post-lockdown?

Si semplificano i menù e le ricette si appiattiscono su paste in bianco, al pomodoro o al pesto e pizze. Scompaiono minestre e brodi, si riducono le quantità di carne. La mensa post-Covid cambia. I punti più dolenti? Menù semplificati, assenza di controlli da parte dei genitori, invasione delle stoviglie monouso (che fanno crescere i costi per l’ambiente e per i Comuni). Si allarga inoltre la forbice tra chi dà un valore sociale ed educativo alla mensa e chi la considera una commodity: tra chi ritiene il mangiare a scuola sia uno strumento di ‘cura’ dei bambini e, pur con più difficoltà e maggiori costi, continua a cucinare cercando di preservare la qualità, e chi privilegia invece i cibi “scarta e servi”, puntando più sull’efficienza del servizio. «In epoca di pandemia le cucine e i cuochi stanno alla mensa scolastica come gli ospedali e i bravi medici stanno al Covid», commenta la Direttrice di Foodinsider Claudia Paltrinieri. Che aggiunge: «La nostra indagine dimostra che più sono diffuse le cucine sul territorio, più i cuochi sono formati e più è facile ‘curare’ l’alimentazione dei bambini che, in attesa di vaccini, è tra le migliori armi che abbiamo per proteggere la salute dei nostri figli».



Necessario un percorso di “rivoluzione sostenibile“: adozione di modelli riconducibili all’agro-ecologia, ricorso alle filiere locali, revisione dei menù guardando al giusto apporto di antiossidanti, polifenoli e vitamine utili per il sistema immunitario (lo sottolinea Giulio Barocco, esperto di sicurezza alimentare e nutrizionale integrata in ristorazione collettiva). Un percorso che Foodinsider ha cercato di delineare tramite i nuovi Criteri ambientali minimi (Cam) contenuti nel libro Mangiare a scuola, la rivoluzione sostenibile che cambierà il mondo (Franco Angeli).