La foresta tropicale vergine sta scomparendo anche molto velocemente, nonostante gli accordi di protezione firmati congiuntamente da più di 145 nazioni, un rapporto internazione del World Resources Institute di Washington mostra i dati allarmanti, la perdita di superficie è notevole: equivale a quella di 11 campi da calcio al minuto. In un anno si può comparare alla stessa area grande tre volte la Svizzera. Questo è dovuto principalmente alla deforestazione, agli incendi, e alla distruzione degli alberi per far posto a terreni di tipo agricolo e commerciale.



La zona più colpita è quella della Foresta Amazzonica in Brasile, nella quale si sta verificando la perdita più importante, il 15% in un anno scomparso, secondo un documento prodotto da Global Forest Watch, a causa delle politiche portate avanti dall’ex presidente Bolsonaro, che avrebbe aumentato il disboscamento, ignorando i trattati internazionali che imponevano una maggiore protezione. Ora il nuovo leader rieletto Lula, promette di fermare la distruzione, ma il rischio resta ancora molto alto. Secondo gli esperti l’Amazzonia restando a questi livelli potrebbe presto trasformarsi in un’area senza vegetazione simile alla savana africana.



Foresta tropicale a rischio, il rapporto WRI “Perde il 10% di territorio l’anno”

Oltre al Sud America anche altri continenti sono minacciati dalla deforestazione brutale, in Africa, come mostrato nel rapporto di WRI, il Ghana ha perso, solo nel 2022, territori vergini in percentuale del 70% in più rispetto agli anni precedenti. Una tra le cause principali è la coltivazione intensa del cacao, poi c’è l’attivita estrattiva delle miniere, aumentata dal 2021, e gli incendi. Gli unici segnali positivi sono rappresentati dai territori del Sud Est Asiatico, come la Malesia e l’Indonesia, che sono riusciti a dare esempio riducendo del 75% la distruzione delle foreste tropicali grazie alle politiche più severe di protezione ambientale.



Anche la Russia sta combattendo contro gli incendi provocati dall’uomo, e ha registrato una diminuzione molto significativa di questi fenomeni nel 2022. Il direttore di Global Forest Watch ha commentato con toni poco ottimistici, dichiarando al Financial Times che l’allarme deve restare alto, e che purtroppo gli interessi economici dietro alla deforestazione restano di gran lunga maggiori rispetto a quelli per la protezione di questi ecosistemi.