Foreste: l’UE ne vuole il 20% in più entro il 2030
Tra gli uffici del parlamento europeo di Bruxelles sembra che si vociferi sempre di più attorno alla proposta di un piano per aumentare le foreste dell’Europa. La proposta è stata formalizzata giovedì da Cesar Luena, il ministro spagnolo che lavora nella sezione Ambiente della commissione. Il piano punta al “ripristino degli ecosistemi naturali terrestri e marittimi” e dovrebbe essere approvato, se la commissione votasse a favore, entro la fine dell’anno.
Il piano per la riforestazione prevede un aumento del 20% della foreste in tutti i paesi dell’Unione Europea entro il 2030. L’obbiettivo, chiaro, è quello di salvaguardare il verde sul territorio europeo, pesantemente colpite dai mutamenti climatici. “Dobbiamo concentrarci sul ripristino della natura”, spiega Luena, che ha proposto il piano per la riforestazione dell’Europa, “con obiettivi giuridicamente vincolanti sui terreni degradati, per invertire la perdita di biodiversità“, auspicandosi di trovare il consenso dalla commissione. Tuttavia, sembra che il sentimento generale non sia particolarmente a favore della nuova proposta, attorno alla quale si starebbero raccogliendo soprattutto le critiche dei paesi del Nord, in cui le foreste occupano già, in alcuni casi, circa il 50% del territorio.
Le critiche al piano europeo per le foreste
Le critiche attorno al piano per le foreste proposto all’Unione Europea sono state raccolte in un aspro e, a sua volta, critico articolo de La Verità, firmato da Giorgio Gandola. Analizzando il particolare piano, il giornalista sottolinea come sia “degno di un’associazione liceale, intrisa di demogogia“, definendo l’ennesimo “siluro” da parte dell’Unione Europa, sempre più attenta a salvaguardare il clima a discapito dei governi dei singoli paesi.
Tuttavia, contro l’idea che sia necessario aumentare le foreste dell’Unione Europea si sono espressi anche la maggioranza dei paesi del nord: Germania, Finlandia, Svezia, Slovenia, Lettonia ed Estonia. “Sono necessari più dialogo e coordinamento con i proprietari terrieri e gli agricoltori che saranno direttamente interessati dalla nuova legge”, sostiene Peter Liese, parlamentare tedesco. “Bruxelles manca di competenze in materia di silvicoltura“, spiega, invece, il ministro finlandese per l’agricoltura, Antti Kurvinen, che riterrebbe un errore ignorare “le questioni relative alla competitività e all’occupazione”. “Dobbiamo modellare le nostre foreste e per farlo dobbiamo coinvolgere le persone che possiedono le foreste”, conclude, invece, Ulrike Muller, eurodeputata tedesca.