La pandemia ha trasformato e cambiato molti settori del mondo del lavoro e modificato la nostra percezione quotidiana della vita. Non ha fatto eccezione nemmeno il mondo della formazione aziendale.

Le aule in presenza sono pressoché sparite (e con loro quelle interminabili giornate intere di formazione), lasciando spazio ad aule virtuali e e-Learning (con appuntamenti più brevi intervallati fra loro). La formazione online non è una novità, ma ha avuto forte crescita durante la crisi sanitaria e si prevede continuerà ad essere utilizzata anche nella prossima fase di “new normal” che tutti auspichiamo.



Aziende e formatori concordano sul fatto che la formazione virtuale sia assolutamente efficace e possa essere utilizzata anche in futuro con grandi soddisfazioni. Tutti naturalmente concordano sul fatto che la formazione in presenza possa dare qualcosa in più, e si prospetta un futuro con modalità blended, in cui il training in presenza sarà affiancato dal training virtuale.



La vera domanda da porsi è sulla reale efficacia dei corsi virtuali. Come spesso accade per le cose interessanti e di valore, non esiste una risposta secca. Infatti dipende dalla tipologia di formazione e dagli obiettivi che ci si pone. Tutti noi abbiamo avuto qualche “maestro” nella vita, non per forza un insegnante, dal quale abbiamo appreso e a cui dobbiamo molto di quello che siamo diventati. Fermarsi e pensare a chi siano i nostri maestri è un esercizio prezioso che consiglio a tutti.

Credo di poter affermare che per qualsiasi dei nostri maestri, una parte fondamentale degli insegnamenti ricevuti sia riconducibile alla relazione che abbiamo avuto con loro. La relazione è parte fondamentale della comunicazione e di un insegnamento. I contenuti, a cui spesso diamo un valore assoluto, sono solo un altro pilastro fondamentale.



In questo dualismo, relazione-contenuto, è da cercare la risposta sull’efficacia della formazione virtuale. Quanto un formatore riesce ad entrare in relazione con i propri discenti quando è su una piattaforma digitale? Quanto i partecipanti hanno occasione di interagire e confrontarsi tra di loro? Queste domande aprono riflessioni sugli strumenti da utilizzare, sulla numerosità delle aule virtuali, su come condurre la formazione e in che modo sia possibile agire un reale confronto online.

Si potrebbe proseguire con domande e ragionamenti a lungo e ancora non avremmo toccato un punto fondamentale: il costo della formazione virtuale. Forse il vero punto di equilibrio da trovare. Fare formazione online significa risparmio sia per chi eroga formazione (meno spostamenti, più sessioni in un giorno, meno preparazione), sia per chi la compra (meno ore, spese logistiche azzerate, minor impatto sulla produttività).

Il risparmio in termini di ore, di logistica ed economico ha portato le aziende e i fornitori ad essere entusiasti di questa nuova modalità, dimenticando l’importanza della relazione che in presenza è sicuramente più facile ed efficace instaurare.

È necessario allora distinguere anche quale sia l’efficacia e l’obiettivo dei diversi interventi formativi. Con l’assenza o poca relazione i contenuti passano come informazioni e il lavoro di introiettare e modificare il proprio comportamento è completamente in carico ai discenti, che devono essere maturi per poter agire un cambiamento partendo da semplici informazioni.

Non si parla, quindi, di interventi formativi, ma informativi. Maggiore è la relazione tra formatore e discenti, maggiore sarà la capacità di penetrazione dei contenuti, contribuendo e facilitando il cambiamento. In questo caso parliamo di interventi formativi.

Come sempre occorre agire una scelta consapevole fra informazione e formazione in base ai contenuti, al target e agli obiettivi che ci si pone, ricordandosi quanto la relazione con i nostri “maestri” sia stata fondamentale per darci una nuova forma.

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