L’Intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il mondo della formazione. Di recente, si è discusso molto dell’impatto dell’IA sull’apprendimento scolastico, in particolare in seguito all’annuncio, da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, dell’avvio di una sperimentazione che introdurrà l’IA in 15 classi di quattro regioni italiane.



Se nel contesto scolastico si parla dell’impatto dell’Intelligenza artificiale sull’apprendimento, nel mondo del lavoro la discussione si concentra principalmente sugli effetti sull’occupazione. Tuttavia, nell’epoca dell’apprendimento continuo, anche considerare l’impatto dell’IA sulla formazione aziendale è cruciale. La formazione in azienda si avvale sempre più spesso di soluzioni e-learning, che offrono vantaggi come la flessibilità di seguire le lezioni, mettere in pausa e riprendere i contenuti o ripetere i test quante volte si desidera. Tuttavia, questi strumenti presentano anche dei limiti, come la difficoltà di applicare concretamente le competenze acquisite.



Le applicazioni dell’Intelligenza artificiale nel settore della formazione sono molteplici, ma quelle basate sui modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) permettono di compiere un ulteriore passo avanti nell’ambito della formazione a distanza. Da un lato, offrono nuove possibilità di interazione e personalizzazione dei contenuti formativi; dall’altro, consentono di superare alcuni limiti tipici di questo tipo di formazione. Tra queste tecnologie troviamo chatbot, tutor, agenti e simulatori conversazionali che, pur condividendo la stessa tecnologia di base, si distinguono per modalità d’interazione e finalità.



I chatbot sono progettati per rispondere a domande e fornire informazioni; i tutor per fornire indicazioni specifiche e orientare l’utente verso un obiettivo; gli agenti sono in grado di eseguire azioni richieste dall’utente, spesso interagendo con altre applicazioni (basti pensare a Siri che può aprire l’app del meteo o eseguire altre operazioni su dispositivi connessi). I simulatori conversazionali, invece, simulano scenari di dialogo realistici, replicando stili di comunicazione e personalità diverse.

Questi ultimi offrono grandi opportunità per le aziende: attraverso i simulatori, è possibile ricreare scenari di interazione nei quali l’IA impersona ruoli specifici – dal collaboratore a cui dare un feedback, alla collega con cui confrontarsi per risolvere un problema complesso – rispondendo sempre in modo coerente con il personaggio. Il grado di sofisticazione e realismo che questi strumenti possono offrire era impensabile fino a pochi anni fa.

Le aziende possono così simulare situazioni critiche, offrendo esperienze di apprendimento personalizzate. I simulatori conversazionali non si limitano a risposte predefinite, ma interagiscono in modo naturale con l’utente, rendendo possibile l’apprendimento basato sulla simulazione. Questa forma di apprendimento esperienziale si dimostra particolarmente utile in contesti professionali, senza richiedere l’organizzazione di role-play in presenza o il ricorso a tecnologie come la realtà virtuale o aumentata per riprodurre scenari di interazione realistici.

I simulatori possono inoltre contribuire a colmare il gap temporale che frequentemente si verifica in ambito lavorativo tra il momento in cui vengono acquisite determinate conoscenze o competenze e quello in cui vengono esercitate, un gap che riduce l’efficacia degli apprendimenti.

Anche gli altri strumenti basati su Intelligenza artificiale offrono numerosi vantaggi. Ad esempio, uno studio di Harvard ha dimostrato che gli studenti seguiti da un tutor IA hanno raddoppiato i loro progressi rispetto a quelli seguiti esclusivamente da un insegnante in aula. Tuttavia, un’altra ricerca condotta dall’Università della Pennsylvania ha rilevato che, una volta rimosso l’accesso ai tutor IA, le prestazioni degli studenti sono peggiorate.

Analogamente, anche i simulatori conversazionali possono presentare sfide e criticità. È sempre importante non focalizzarsi esclusivamente su singoli strumenti, ma considerare l’intera esperienza di apprendimento, alternando metodi e linguaggi.

Ci troviamo in una fase ricca di opportunità per l’innovazione formativa, in cui strumenti come tutor e simulatori possono affiancare i docenti, i chatbot semplificare l’accesso alle informazioni e i percorsi di apprendimento diventare sempre più personalizzabili e adattivi, offrendo maggiori opportunità di apprendimento per tutti.

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