E’ arrivata anche in Italia la formica di fuoco, un insetto denominato Solenopsis invicta noto anche come “formica guerriera”. Come ricorda RaiNews è tristemente famosa per le sue punture molto dolorose che possono causare anche delle gravi reazioni allergiche. Viene considerata una delle specie più invasive al mondo, ed è originaria del Sud America: grazie ai trasporti via mare si sta lentamente diffondendo in gran parte del globo, e in meno di cento anni è riuscita a colonizzare Australia, Cina, Caraibi, Messico e Stati Uniti. L’Europa era rimasta immune, almeno fino ad oggi, visto che attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology, ne ha certificato la presenza nel Vecchoo Continente e precisamente in Italia: in Sicilia sono stati individuati ben 88 nidi non lontano da Siracusa.



La particolarità della Formica di Fuoco è che può diffondersi in maniera estremamente rapida, con evidenti impatti su ecosistemi, agricoltura e ovviamente l’uomo. Mattia Menchetti dell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica, colui che ha guidato lo studio in collaborazione di Università di Parma e Università di Catania, spiega: “Si tratta di un predatore generalista e nei luoghi in cui si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati. Grazie al veleno contenuto nel loro aculeo e alle colonie che possono raggiungere centinaia di migliaia di individui, queste formiche possono avere un impatto su animali giovani, deboli, o malati”.



FORMICA DI FUOCO È IN ITALIA: TROVATI 88 NIDI IN SICILIA: “CITTÀ COSTIERE SITI PIÙ ADATTI PER OSPITARLA”

Gli 88 nidi di formica di fuoco sono stati individuati in un’area di 4,7 ettari, ognuno abitato da migliaia di formiche operaie. Le prime punture sarebbero comunque emerse ben 4 anni fa, nel 2019, di conseguenza non si tratta di un arrivo recente. Inoltre gli esperti sono convinti che l’area colonizzata sia molto più estesa.

“Secondo il nostro modello ecologico – dice Menchetti – le grandi città costiere sono tra i siti più adatti ad ospitarla. E con il cambiamento climatico le aree idonee al suo insediamento aumenteranno”. Si sta cercando di capire come eradicare tale formica, e in Nuova Zelanda ci sono riusciti: “I cittadini possono svolgere un ruolo molto importante – ha concluso Menchetti – c’è bisogno di una maggiore consapevolezza, perchè il problema è già in Europa. Abbiamo bisogno di un’azione coordinata e ne abbiamo bisogno ora”.