Torna a parlare Roberto Formigoni in una lunga intervista a Paolo Giarrusso per il canale “Milanesi-storie a 360 gradi della metropoli lombarda” e il tema principale è l’aggiornamento sui suoi arresti domiciliari, in particolare sulla richiesta di affidamento in prova: «E’ da quattro mesi che ne ho diritto, ancora non mi viene riconosciuto. Mi viene detto che ci sono problemi per quanto riguarda i malati di Covid in carcere, capisco che devono avere la precedenza. Spero si ricordino finalmente anche di noi».



L’ex Presidente della Lombardia ribadisce come l’affidamenti ai servizi sociali prevede per legge «qualche ora in più libera al giorno per uscire, oggi ne ho solo due». Come potenziale volontariato, Formigoni conferma quanto già ribadito più volte negli scorsi mesi «ho chiesto di andare a fare l’insegnante di italiano a un gruppo di suore straniere del Piccolo Cottolengo di Milano». Nel 2023 finirà di scontare la pena per corruzione ed è a quel punto che l’ex Celeste non esclude un possibile, clamoroso, ritorno in politica.



IL RITORNO DI FORMIGONI

«Tornerò a fare politica non da giocatore in campo, ma da allenatore in panchina.
Senz’altro». Per Formigoni il ritorno possibile potrebbe avvenire con un ruolo da consigliere o semplicemente consulente per qualche partito: di più al momento non “scuce” nell’intervista, anche se ammette «C’è molta gente che viene a trovarmi, per chiedermi una parere su diversi argomenti: sono sempre disponibile con tutti». Nell’attesa di una risposta sul suo affidamento in prova, Formigoni annuncia l’imminente nuova “fatica letteraria” in arrivo con ogni probabilità nel 2021: «sto scrivendo un’autobiografia. Quando sono stato in carcere ho approfittato per leggere e studiare molto. Ora continuo a farlo: studio politica, economia, teologia. Sto scrivendo un grosso libro che ripercorre tutta la mia esperienza politica. E’ la prima volta che lo dico».

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