Con un editoriale apparso il 17 maggio su “Libero” Roberto Formigoni “torna” in campo e difende a spada tratta la Sanità della Regione Lombardia, “erede” del progetto politico e sussidiario impostato dalle sue consecutive Presidenze alla guida della giunta fino al caso Maugeri e alle condanne per corruzione. «Gli errori li ha fatti il Governo, giù le mani dalla Lombardia» è il titolo che esemplifica il tono del fondo scritto dall’ex senatore e Presidente lombardo in risposta alle tante voci che chiedono da Governo e Centrosinistra il bisogno di commissariare la giunta Fontana-Gallera dopo l’emergenza coronavirus.
«È bastato che il Covid diminuisse la virulenza e i 5Stelle sono tornati a minacciare di commissariare la sanità lombarda […] la verità è che non vedono l’ora di mettere le mani su una regione, sulla preda che fa gola a tutti» scrive Formigoni dopo le tante polemiche contro il “sistema sanitario” da lui stesso originato. Per l’ex senatore di Forza Italia e Ncd la Lombardia non solo non ha colpe particolari nella pandemia ma è stata oltretutto «vittima di una violenza inaudita del virus» non causati dalla politica. «Siamo regione iperdinamica, le nostre aziende hanno legami strettissimi con le aziende di tutto il mondo e in particolare cinesi», scrive Formigoni iniziando a elencare la lunga lista di errori che il Governo Conte avrebbe commesso fin dall’inizio della pandemia, come ad esempio il chiudere solo i voli diretti dalla Cina lasciando però aperti i collegamenti a Parigi, Francoforte e Parigi.
FORMIGONI DIFENDE LA LOMBARDIA: GLI ERRORI DI ARCURI E..
Non solo, secondo Roberto Formigoni altro errore è stato perdere tempo con le zone rosse nella Bergamasca ritardando un’azione che «solo il Governo per competenza e mezzi poteva decidere». L’ex Governatore si chiede dunque se proprio quello stesso Governo avrebbe oggi la legittimità di commissariare la Lombardia: «nessuno ha poi dimenticato che furono proprio alcuni sindaci di sinistra, da Sala a Gori (che poi si sono pubblicamente pentiti) ad opporsi alle prime chiuse delle loro città intonando il coretto “Milano non chiude”, “Bergamo non chiude” e brindando con il loro segretario nazionale Zingaretti». Formigoni punta dritto contro la sinistra, i M5s ma anche la Protezione Civile, rea di aver sequestrato carichi di mascherine che le regioni avevano legalmente acquistato dall’estero per distribuirle con tempi lentissimi e approvvigionamenti cadenzati «come fossero sue proprietà». Tutti argomenti che servono a Formigoni per dire che non ha alcun senso che questi stessi poi commissarino la Regione.
FORMIGONI ATTACCA ARCURI
Capitolo a parte secondo Formigoni lo merita il commissario all’emergenza Domenico Arcuri: «se un uomo come Arcuri che Conte ha scelto come commissario nazionale per coordinare la lotta al virus, è a lui direttamente sarebbe affidata la Lombardia, Dio ci scampi!» attacca l’ex Celeste. Sarebbe “arroganza e follia” secondo Formigoni la scelta di affidare a “degli Arcuri” il ruolo di decisori politici della Lombardia, dopo che «ha lasciato l’Italia sprovvista di mascherine», ha accusato farmacisti «senza prove» e pure le Regioni di aver «imboscato le mascherine» oltre al caos sui tamponi e la mancanza di reagenti. In conclusione, citando anche i sondaggi di «giornaloni e comici di regime» che avrebbero fiancheggiato l’ora di delegittimazione della Lombardia, Formigoni ritiene giusto ribadire che nessuno è stato perfetto, né tantomeno la sua “ex” Regione però «sono ricominciate le prenotazioni di massa dal Sud e Centro Italia per chiedere di farci curare nelle grandi eccellenze ospedaliere lombarde, pubbliche e private. Ci volere raccontare che sono tutti scemi?».