Roberto Formigoni sta scontando una pena di cinque anni e dieci mesi per corruzione. La Cassazione nel 2019 ha stabilito infatti che l’ex governatore della Lombardia avrebbe favorito delle strutture sanitarie private in cambio di regali per un ammontare pari a 6,5 milioni di euro. Dopo avere trascorso cinque mesi nel carcere di Bollate e il resto ai domiciliari, adesso il settantacinquenne è in prova ai servizi sociali e lavora in una comunità che assiste giovani in difficoltà, in attesa della fine della pena, prevista l’estate prossima.



Dal suo appartamento in zona Corso Sempione a Milano, intanto, si è raccontato a Gente. Il settimanale lo ha intervistato in vista dell’uscita di “Il Celeste”, il documentario dedicato alla sua storia – dalla scalata al potere alla detenzione – che andrà in onda su Nove Discovery+. Indipendentemente da quelli che sono stati gli alti e bassi della sua vita, alla base delle recenti vicissitudini di cui è stato protagonista, pone una certezza: “Io sono innocente”, ha ribadito.



Formigoni: “Magistratura e politici volevano distruggermi: non ci sono riusciti!”

“Credevano di distruggermi. La magistratura e tanti politici. Non ci sono riusciti”, così Roberto Formigoni riassume le sue vicende giudiziarie. In carcere ha trascorso cinque mesi, che però non lo hanno scalfito. “Non mi sono mai disperato. Dio ci mette di fronte a ciò che possiamo affrontare. E poi mi trattavano bene. Il mio compagno di cella, un omicida, mi ha accolto dicendomi: “Presidente, per il bene che hai fatto in Regione, tu qui non alzerai un dito. Niente mestieri, facciamo tutto noi”. Ho ricevuto oltre 4.000 lettere. In tanti, tra i politici, mi sono anche venuti a trovare per chiedermi consigli. La visita più gradita però è stata quella dell’ex vescovo di Milano monsignor Angelo Scola, mio amico d’infanzia”, ha raccontato al settimanale.



Se la figura dell’ex governatore è ancora nel cuore di molti, tuttavia, altri lo accusano di avere rovinato la sanità in Lombardia. “Invece la mia riforma, che ha permesso ai lombardi di accedere ad alcune grandi strutture private, ha funzionato benissimo. Un articolo del The Wall Street Journal consigliò a Obama di farsi un giretto da noi. I problemi attuali non sono colpa mia, ma di chi è venuto dopo di me. Spiace perché non c’è più (Roberto Maroni, ndr). La sanità territoriale mica l’ho distrutta io, ma lui. Non mi pento di nulla”. E sul futuro: “La politica è dentro di me. Chi lo sa se tornerò? Ci penserò a tempo debito”.

Formigoni: “Se uno è cristiano rispetta la vocazione che gli ha dato il Padreterno”

Il titolo del documentario su Roberto Formigoni, “Il Celeste”, fa riferimento alla sua profonda fede. L’ex governatore della Lombardia, come ricordato anche nell’intervista a Gente, è un membro dei “memores domini”, che vivono in castità e in case comuni, dal 1973. “Ora abito con un professore universitario (si chiama Walter Maffenini e insegna statistica all’Università Bicocca di Milano, ndr)”, ha rivelato. E sulla sua vita privata: “La mia vocazione è il celibato, ho rinunciato al possesso di una donna. Certo, sono un uomo e a volte è dura. Ma è duro anche il matrimonio. Un paio di volte mi sono innamorato”.

La scelta della castità è andata alla fine oltre ad ogni tentazione. “Da bambino ero molto timido, sempre il primo della classe. A vent’anni mi sono accorto di essere bello e di suscitare interesse. L’ho presa come una cosa naturale. Diversi e diverse mi corteggiavano. Se uno è cristiano, però, rispetta la vocazione che gli ha dato il Padreterno”, ha concluso.