Nei prossimi giorni di “libertà”, quantomeno dal carcere, Roberto Formigoni non ha parlato in prima persona eppure il Corriere della Sera stamani è riuscito lo stesso a produrre alcune dichiarazioni dell’ex Governatore della Regione Lombardia dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano di revocare il carcere e ammettere gli arresti domiciliari dopo la condanna per corruzione ad inizio 2019. In particolare, i colleghi del CorSera hanno raggiunto il professore-amico che si è offerto di ospitare in casa sua Formigoni per scontare l’intera pena (fino al 2023) ai domiciliari e ha raccontato le prime impressioni dell’ex Presidente dopo l’ottenuta richiesta contro la Legge Spazzacorrotti: «L’errore che ho commesso? Non dovevo fare quelle vacanze. È stata un’imprudenza, un’inopportunità», avrebbe detto Formigoni come riportato dal Corriere. Ogni giorni avrà due ore di possibile uscita per «soddisfare indispensabili esigenze di vita», come la spesa o le compere in farmacia: è dimagrito di oltre 9 chili ma si dice “rinfrancato” dai pure duri 6 mesi di carcere: «Ripensandoci, forse sarebbe stato meglio rispondere alle domande. Io non ho compiuto reati» avrebbe aggiunto Formigoni confidandosi con l’amico intervistato dal CorSera.



FORMIGONI FUORI DAL CARCERE “LA FEDE MI HA AIUTATO”

L’ex Presidente della Regione Lombardia non può rilasciare interviste ufficiali, come stabilito dai giudici ed ha ottenuto la detenzione ai domiciliari perché ha fatto una «revisione sulle condotte processuali assunte». Al professore poi confessa «io resto un uomo delle istituzioni. Errori? Non certamente quello di aver fatto della Lombardia una delle prime regioni d’Europa, e non solo nella sanità». Ammette poi però le frequentazioni non sempre idonee: ancora Formigoni, per come riporta il Corriere, «Dovevo smettere di frequentare quegli amici trentennali (Daccò e Simone, ndr) quando cominciavano a occuparsi di materie di competenza regionale (la sanità, ndr)». Interessante il passaggio dove Formigoni racconta il suo travaglio personale nell’affrontare questi ultimi mesi dietro le sbarre del carcere di Opera: «la fede e l’educazione a guardare gli altri negli occhi», racconta l’amico in merito agli “aiuti” che hanno permesso a Formigoni – spesse volte in passato in carcere come volontario e come parlamentate – di star di fronte a tale esperienza personale. Come hanno spiegato anche gli avvocati di Formigoni nel giorno dei domiciliari concessi, tra un anno Roberto Formigoni potrebbe chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali mentre nel frattempo già inizierà un percorso da volontario gratuito presso un convento del Milanese.

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