«Si deve chiedere a quei parlamentari, a quegli intellettuali e a quei commentatori che tanto si stracciano le vesti di fronte a una sentenza, se ritengano che lo stato di diritto sia ancora il baluardo contro gli abusi di qualsiasi potere a protezione della singola persona o se per qualcuno possa invece essere ripristinata una forma di condanna a morire di stenti», così Roberto Formigoni in una nota all’ANSA per denunciare le varie «invettive forcaiole rivoltemi contro in questi anni». Assieme al suo avvocato Domenico Menorello, l’ex Governatore lombardo ha ricordato di essere rimasto «praticamente senza alcuna fonte reddituale a causa di provvedimenti a tal punto giustizialisti da aver completamente trascurato superiori beni quali quello della vita stessa».
Da ultimo, nota Formigoni, nel 2015 «l’Ufficio di Presidenza del Senato, presieduto dal Sen. Pietro Grasso, aveva ugualmente approvato un regolamento, di chiara matrice giustizialista, per disporre la revoca integrale dei vitalizi nel caso di condanne penali. Con ciò praticamente ripristinando la norma dell’epoca fascista del Codice Rocco. Tale regolamento era stato applicato nel 2019 al Sen. Formigoni, che, avendo dedicato tutta la propria esistenza alle funzioni pubbliche svolte e non avendo perciò altro reddito che quelli derivanti dagli incarichi ricoperti, era rimasto senza alcun provento». Ha fatto molto discutere, specie nel M5s, il via libera del Senato al ripristino del vitalizio anche se resta comunque una decisione di applicazione della Legge e non una “scelta politica” come invece denunciano i grillini. Tant’è che ora si aprono le possibilità per un percorso simile anche per altri ex parlamentare che attendevano la decisione della Contenziosa su Formigoni per avanzare eventuali nuovi ricorsi: secondo quanto calcolato dal Corriere della Sera, il medesimo iter lo attendono Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, ma anche Massimo Abbatangelo (ex deputato di Msi), Giancarlo Cito (ex sindaco di Taranto, ex Msi), Robinio Costi (ex Psdi); Massimo De Carolis (ex Dc); Giulio Di Donato (Ex Psi); Pietro Longo (Ex Psdi); Raffaele Mastrantuono (Ex Psi); Gianstefano Milani (ex Psi) e Gianmario Pellizzari (ex Dc).
VITALIZIO A FORMIGONI, L’OK DEL SENATO
Roberto Formigoni potrà riavere il suo vitalizio: la Commissione Contenziosa del Senato ha annullato la delibera che prevedeva la sospensione della pensione all’ex senatore di Forza Italia e Noi con l’Italia (avvenuta in seguito alle condanne per corruzione dell’ex Presidente di Regione Lombardia), dando così l’ok al ricorso presentato dallo stesso Formigoni. «L’ex governatore lombardo ha diritto per legge alla pensione», si legge nel documento approvato dalla Contenziosa. La legge del 2019 che ha convertito il Decreto sul Reddito di Cittadinanza, ha infatti stabilito che la sospensione dei vitalizi e trattamenti previdenziali va imposta solo nel caso di condannati in via definitiva che si siano resi latitanti o siano evasi.
La prima decisione del Senato era invece andato in senso contrario nel 2019, dando seguito alle richieste del Movimento 5Stelle che si rifacevano ad una delibera del 2015 sulla sospensione dei vitalizi ai condannati. «Una decisione giusta, che pone rimedio ad un errore clamoroso», spiega Formigoni all’Adkronos, «ero convinto del mio diritto; per cui ringrazio che si sia posto rimedio ad un errore clamoroso, non solo nei miei confronti, ma anche neri confronti di tanti. La decisione di oggi – rimarca l’ex Governatore – riconosce quindi la fondatezza del ricorso».
LA REPLICA DEL M5S: “INDEGNO E VERGOGNOSO”
La Commissione Contenziosa, presieduta dal senatore di Forza Italia Giacomo Caliendo, fa sapere che la decisione è frutto di un’applicazione della legge e non di una “scelta politica”: per questo motivo, a breve potrebbero trovare medesimo accoglimento come Formigoni anche i ricorsi di Ottaviano Del Turco al Senato e Francesco De Lorenzo alla Camera. Decisamente negativa è invece la reazione del Movimento 5Stelle alla notizia dell’ok della Commissione sul caso Formigoni: «Una vergogna inaudita. Gli italiani che ogni giorno lavorano e cercano di arrivare a fine mese ringraziano di cuore Caliendo, Pillon e Riccardi (eletta nel M5s e poi passata alla Lega, ndr) che hanno detto sì alla pensione-vitalizio per il condannato Formigoni», attacca la senatrice Paola Taverna. Per Stefano Buffagni il commento è ancora più laconico, «che schifo» mentre per l’ex grillino Alessandro Di Battista «La restituzione del vitalizio a Formigoni non è altro che l’ultimo tassello della sua indegna riabilitazione». L’ex deputato aggiunge poi su Facebook «E’ sempre la stessa storia, la casta politico/mediatica che protegge se stessa. I politici di centro-destra hanno fatto leggi su leggi per impedire che alcuni dei loro culi illustri e flaccidi finissero dietro le sbarre. Il centro-sinistra quelle leggi non le ha toccate. Non l’ha fatto sia per non disturbare gli uomini del ‘principale esponente dello schieramento a loro avverso’ e sia perché un giorno, chissà, le natiche sarebbero potute diventar le loro. Formigoni il carcere l’ha visto poco, troppo poco».