Una maxi intervista in difesa della Regione Lombardia e a farla con Libero Quotidiano di Pietro Senaldi è nientemeno che l’ex Governatore per 4 mandati Roberto Formigoni, oggi agli arresti domiciliari dopo la condanna per corruzione sul caso Maugeri. Dopo settimane di attacchi da più parti (Governo, Repubblica, Fatto Quotidiano, magistrati e sardine) contro il sistema Lombardia per la gestione dell’emergenza coronavirus, ultimato nell’affronto di Roberto Saviano contro Fontana e Gallera per aver portato avanti il sistema «simil mafioso» dell’era Formigoni, il diretto interessato risponde a tono e smonta uno ad uno gli attacchi fatti alla “sua” Lombardia. «Ora le spiego cos’era il modello Formigoni. Nel ’97 facemmo la rivoluzione. Inserimmo nel sistema sanitario pubblico lombardo alcune aziende private di grandissimo prestigio – parlo dell’Istituto Oncologico di Veronesi, dell’Humanitas, del San Raffaele -, strutture che erano delle eccellenze internazionali. Prima erano aperte solo a chi si poteva permettere le loro rette, oggi sono accessibili a tutti», spiega l’ex Governatore del Centrodestra.



Secondo gli anti-lombardi di oggi, il “dolo” della gestione sanitaria parte proprio dal “sistema Formigoni” ma è proprio qui che nasce la prima “fake news” secondo l’ex senatore di Forza Italia prima e Ncd poi: «ha fatto nascere una concorrenza benefica che ha fatto schizzare la qualità della sanità lombarda ai massimi livelli. Tant’è vero che hanno cominciato a venire a curarsi qui centinaia di miglia- ia di persone l’anno, da tutta Italia ma anche da Francia, Germania e Gran Bretagna. E sceglievano anche ospedali pubblici. Grazie alla nostra rivoluzione il San Matteo di Pavia, gli Spedali Riuniti di Brescia, i milanesi Niguarda e Policlinico, il Papa Giovanni di Bergamo: sono saliti tutti nelle classifiche di qualità».



FORMIGONI, “IL GOVERNO È INVIDIOSO”

C’è chi accusa in primis la Regione Lombardia di aver “mangiato” sulla Sanità per guadagnare di più a discapito di tagli che invece avrebbero reso più problematiche le gestioni di emergenze come quelle straordinarie di questi mesi: anche qui Formigoni risponde a tono «Altra balla. Nel 2011 il governo ha iniziato a ridurre i finanziamenti alla Sanità. Ci hanno imposto di passare dai sei posti letto ogni mille abitanti del ’92 agli attuali tre. Poi, come tutti sanno, dai vari governi sono stati tagliati 37 miliardi in otto anni». Seppure la Sanità sia in mano alle Regioni secondo la riforma del Titolo V, Formigoni ricorda un “particolare” «gestione ordinaria, ma non la cassa. Nel 2015 il governo Renzi obbligò le Regioni a tagliare in modo massiccio i posti letto. Per decreto vennero posti vincoli ai numeri dei reparti di terapia intensiva e ai letti relativi. Alla Lombardia vennero assegnati 134 padiglioni e 700 posti.



Quando è arrivato il Covid, c’erano 800 letti e 140 reparti di terapia intensiva. La Regione non rispettò la legge, ma per un eccesso di cura. Prima, il 23 dicembre del 2014, in concomitanza con il famoso varo degli 80 euro di Renzi, c’era stato un altro taglio». Il fatto che tutti ce l’hanno ora con la Lombardia dunque è molto semplice per l’ex Governatore, e non c’entra il coronavirus: «in corso una lotta ideologica contro di noi. Siamo vittime della rabbia furiosa di chi per vent’anni ha mangiato polvere, roso dall’invidia, perché non poteva non ammettere che eravamo i numeri uno in Italia». Secondo Formigoni il Governo e il Pd invidiano il “giocattolo” lombardo e da Roma sorgono così «brutti sospetti» come li definisce l’ex Presidente «Attaccano il sistema lombardo per mettere le mani sul giocattolo. È una cosa schifosa. Il vice del Pd, Orlando, l’ha detto chiaramente, parlando della necessità di commissariare la nostra sanità, e non solo. Ma portare la sanità lombarda sotto lo Stato significa livellarla all’altezza di quella calabrese o sarda».

FAKE NEWS SU COSTI SANITÀ E RSA

Nell’ultima parte della lunghissima e intensa intervista di Formigoni a Libero Quotidiano, è il tema dei costi sanità insieme alle morti “sospette” nelle Rsa a farla da padrone: «Sanità Lombardia costa? Altra fake news» attacca l’ex Governatore PdL, «il commissariamento sarebbe proprio la negazione di tutta la nostra filosofia, che mette al centro il malato, non il governo». Prima del modello Lombardia con Formigoni era la Regione (o i Comuni) a dire dove il malato andava curato e in che ospedale, «Ora è il paziente, di qualunque città sia, a decidere la struttura e il medico. Il tutto gratis: le sembra poco? Noi abbiamo dato una fiducia totale al cittadino, ligi al detto per cui ciascuno è il miglior medico di se stesso». Ma qualcosa allora può non aver funzionato in questa intera gestione della pandemia?

Secondo Formigoni neanche la zona rossa non creata a Bergamo è da imputare a Fontana e Gallera: «Il presidente Fontana, scelta che condivido, ha deciso all’inizio di gestire l’emergenza con il governo. Mi sembra che non abbia ricevuto una risposta decisa alla richiesta di zona rossa. Hanno perso tempo tutti. Vorrei però dire che è il momento della collaborazione. Anche per questo non capisco i muri che vengono fatti alle richieste della Lombardia». Se c’è qualcosa da “attaccare”, secondo l’ex Governatore, è quanto effettuato dalla Giunta Maroni dopo la fine anticipata del 4° Governo Formigoni sul tema dei medici di base: «Nella mia riforma i medici di famiglia avevano un ruolo centrale, sia nella prevenzione che nella convalescenza, e il loro lavoro era adeguatamente remunerato. Maroni, che è arrivato dopo di me, in nome della discontinuità, ha affidato medicina territoriale e ospedaliera alle Asst, istituendo un fondo unico, sui cui stanziamenti ovviamente le cliniche hanno fatto la parte del leone, e la medicina del territorio è stata mortificata».

Chiosa finale sul Pio Albergo Trivulzio e quel senso di nuova Tangentopoli scatenata da Repubblica e dai magistrati: «io non governo dal 2012, so poco. Penso che la spropositata rilevanza mediatica che si dà alle indagini rientri nella logica politica di demolire il governo del centrodestra. Mi risulta che in tutte le Regioni siano nate indagine sui decessi nelle case di riposo. Perché si parla solo dell’inchiesta milanese? E poi, in Spagna, Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, in percentuale sono morti più anziani ricoverati che da noi. Sono tutti criminali?».