FORMIGONI ‘SMONTA’ LA BATTAGLIE DI SCHLEIN CONTRO IL GOVERNO

Nella sua rubrica su “Libero Quotidiano” l’ex Presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni considera queste prime settimane di Elly Schlein alla guida del Pd già piuttosto indicative di quanto potrà avvenire nei prossimi mesi/anni a capo della Segreteria del Partito Democratico. La sinistra è certamente cambiata e cambierà nello schema delle alleanze, ma è il tema del confronto tra Centrodestra e Centrosinistra ad essere considerate come primario dall’ex Governatore (che sta scontando gli ultimi mesi ai domiciliari dopo la condanna per corruzione, ndr).



«Ha sposato e declama in ogni discorso tutti gli “ismi” che vanno di moda nel politicamente corretto: ambientalismo, anticapitalismo, lgbtq, fluidità di genere ecc. È l’opposto della Meloni, e probabilmente molti elettori Pd l’hanno scelta per questo», scrive Formigoni sottolineando come l’elettorato del Centrodestra ha scelto Meloni facendola vincere alle Elezioni non per gli errori di FdI del passato ma proprio per i tentativi imponenti della Premier di “correggere” quegli stessi errori portando in Italia un partito di riferimento nel mondo conservatore. Secondo Formigoni, il Pd con Schlein non potrà mettere in difficoltà il Governo Meloni con gli argomenti usati finora: per fare un esempio, le accuse alla Premier di essere anti-europeista si stanno rivelando un autentico buco nell’acqua, così come il “pericolo per i conti pubblici” o ancora peggio l’accusa di fascismo.



ROBERTO FORMIGONI: “SCHLEIN RINNOVI LINGUAGGIO O RIMARRÀ FUORI DALLA REALTÀ”

«E neppure potrà continuare a ripetere come un disco rotto luoghi comuni (abolire il patriarcato), teoremi veterocomunisti (nuove tasse per combattere il riscaldamento globale), o grandi proclami anti fascisti», scrive ancora Formigoni su “Libero” lanciando una sfida a distanza alla sinistra in “subbuglio” per il cambiamento dei rapporti di forza tra Pd, M5s e Sinistra-Verdi e Terzo Polo. Se il linguaggio del Partito Democratico rimarrà quello visto con Schlein in questi ultimi mesi, rileva l’ex Celeste, «i suoi stessi elettori tenderanno a considerarlo sempre più fuori della realtà. Insomma, se la Schlein è quella della campagna per la segreteria, da segretaria dovrà cambiare, e molto, la sua strategia».



Il tema è capire se in casa Pd si passerà ad una opposizione effettiva che possa proporre programmi e risoluzioni ai problemi del Paese, o se invece si continuerà nella lista di “denunce” e richieste di dimissioni contro il Governo targato Centrodestra. Formigoni ammette che per il momento non v’è stata alcuna “fuga” delle aree più moderate del Pd nonostante la vittoria di Schlein alle Primarie (eccetto il cattolico Beppe Fioroni): di contro però, «sono processi che possono avere un tempo di elaborazione più lungo, e ci sono due partiti del centrosinistra che hanno già fatto capire le loro strategie, il M5S per egemonizzare l’estrema sinistra, il Terzo Polo per sottrarre dirigenti ed elettori». L’idea di Formigoni è che in questa fase di “ricostruzione” interna della sinistra è il Centrodestra che potrà approfittare per rafforzarsi e condurre in porto, se riuscirà, il programma di Governo.