Dopo il carcere e gli arresti domiciliari giunti dopo 6 mesi di richieste dal carcere di Bollate, ora Roberto Formigoni prosegue nella sua particolare situazione di cittadino lontano dagli impegni della politica e con la libertà fissata al 2023 allo scadere della pena della Cassazione. Dopo aver ricevuto un netto rifiuto del Tribunale di Sorveglianza per un comizio a Milano in vista del Referendum per il No al taglio dei parlamentari dello scorso settembre, ora l’ex “Celeste” prova a tornare alle origini quando faceva volontariato nella Bassa padana con gli amici di Comunione e Liberazione seguendo l’insegnamento di Don Luigi Giussani: come scrive sul Giornale Stefano Zurlo, Formigoni e i suoi legali hanno fatto richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali per poter insegnare italiano alle suore straniere del Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano. Prima di finire in cella a Bollate già due anni fa l’ex Governatore della Regione Lombardia aveva richieste di poter insegnare alle religiose del Cottolengo la lingua italiana, poi ovviamente tutto saltato per la condanna definitiva in Cassazione.



FORMIGONI, LA RICHIESTA AI SERVIZI SOCIALI

Dopo 5 mesi di carcere e un anno ormai di domiciliari, Formigoni chiede ai giudici di poter ricevere la concessione di scontare parte della pena svolgendo opera di volontariato caritatevole: le condizioni necessarie sono state raggiunte e così il team di legali dell’ex senatore ha avanzato la richiesta al Tribunale di Sorveglianza, come annunciato dal Corriere della Sera già nella giornata di ieri. «Sono ristretto in casa e passo il tempo a leggere e studiare», ha spiegato Formigoni al Giornale, «Avevo chiesto di partecipare su invito degli organizzatori ad una manifestazione del fronte del no in vista del referendum sul taglio dei parlamentari, ma i giudici hanno ritenuto di non concedermi il permesso ed io ovviamente ho ubbidito. A Natale avevo domandato l’ ok per trascorrere la giornata di festa con i miei fratelli e il permesso era arrivato. Questa volta no. Va bene così». Come da regolamento, Formigoni può uscire due ore al giorno per la libertà dai domiciliari e cerca così di sfruttare quel tempo: «cammino molto e incontro qualche amico» e poi annuncia a Zurlo «Sto scrivendo anche un libro di cui però al momento non voglio parlare. Quando sarà pronto troverò il modo di presentarlo». In merito al volontariato richiesto ai giudici, Formigoni spiega «La precedente esperienza al Don Orione mi sembra sia stata positiva. E mi piacerebbe andare avanti con quel lavoro».

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