Lite in diretta tv a “Non è l’Arena” tra Massimo Giletti e Roberto Formigoni sull’autodichia, cioè la facoltà di decidere autonomamente e in deroga al principio di separazione dei poteri. La vicenda riguarda il vitalizio. A tal proposito, Formigoni ha spiegato che gli è stato riconosciuto dalla magistratura, ma il conduttore non è d’accordo. «Ci sono due sentenze, la contenziosa del Senato e il consiglio di garanzia. Sono magistratura al pari di qualsiasi altra», dice Formigoni. Giletti sbotta: «Non può dire che è magistratura. È autodichia che usate quando vi fa comodo. Non la metta sullo stesso piano dei magistrati, sono cinque senatori che non sono magistrati». Ma Formigoni urla: «Deve studiare se vuole tenere le trasmissioni. È la magistratura del Senato in regima di autodichia, dovete rispettare tutte le sentenze, non solo quelle che condannano». Ma Giletti tira dritto: «Non sono della magistratura!». Formigoni lo invita a studiare: «Su informi, è scritto sui testi di diritto costituzionale».
LITE FORMIGONI GILETTI SU VITALIZIO
«Non me la paragoni alla magistratura, sono dei senatori», prosegue Massimo Giletti a “Non è l’Arena”. «Il problema è la morale, non la forma. Uno che viene condannato per corruzione in questo Paese non dovrebbe riceverlo. Lo capisce? È la morale che si è persa. Lei che dice che è molto legato a Cristo dovrebbe valutare la parola morale», prosegue il conduttore nel suo sfogo. Ma Roberto Formigoni gli risponde a tono: «Questa è la legge, non siamo in uno stato etico. In uno Stato funziona la legge». Così va avanti il botta e risposta: «Che vi fate voi in Senato. Alla Camera hanno un’altra idea». Formigoni prosegue: «La legge stabilisce così, lo so che le dispiace molto quando giudica in mio favore. L’ho visto nelle trasmissioni precedenti che mi ha preso come bersaglio».
Ma Giletti non si scompone: «Stia attento, alla Camera la pensano diversamente. Sono solo uomini che la pensano diversamente. È in autodichia!». Roberto Formigoni: «Cambiate le leggi, voi che siete vicini ai grillini, fate stabilire che debba morire di fame per vostra soddisfazione. A meno che gli amici non mi aiutino e voi sarete costretti a schiumare di rabbia». Poi quando ha ritrovato la calma: «Chiedo di avere i miei soldi, quelli che ho versato. Che lo Stato non me li rubi! Mi ha preso tutto, casa, macchine, conti correnti, appartamenti… tutto mi ha preso! Io mi son fidato dello Stato, non può rispondermi rubandomi i soldi che ho versato».