La sostenibilità in Lombardia è innovazione, fare sistema, digitalizzazione, economia circolare, filiera sussidiaria. Estrarre dai giacimenti culturali e operativi delle imprese che hanno sottoscritto il Protocollo lombardo per lo sviluppo sostenibile (2019) le idee di sviluppo e le buone pratiche di sostenibilità. Estrazione non solo però dalle imprese firmatarie, anche da quelle che hanno compreso, pur nell’era Covid, che senza sostenibilità non c’è strategia vincente e differenziale competitivo sui mercati nazionali e internazionali. Il primo Forum Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (19-21 novembre 2020) ha ribadito e sviluppato alcuni concetti qualificanti proprio per guardare avanti, traguardando le difficoltà pandemiche e sindemiche del Covid-19. Quindi non solo estrarre, ma trasformare i giacimenti di sostenibilità in aree di sviluppo sostenibile ambientale, sociale ed economico costruendo risultati misurabili e valutabili (si veda per esempio  European Green Deal con stanziamento di circa 100 miliardi in 10 anni), raggiungendo i goal degli SDGs (Agenda-2030) e gli obiettivi condivisi per il 2050 (per esempio “emissione 0”).



L’ottica di lungo periodo è la “Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile” (SRSvS). Nell’immaginario collettivo la sostenibilità richiama subito l’ambiente, ma ormai si è compreso che si deve lavorare per quella sociale ed economica. Infatti, il vicepresidente della regione Sala, l’assessore all’ambiente e clima Raffaele Cattaneo (che ha promosso il Forum) e altri ancora hanno ribadito che accanto alla storica dominante ambientale si devono promuovere fattivamente le altre dimensioni dello sviluppo del sistema socio economico lombardo. Sottotraccia o in modo palese si è detto basta ai giochi di parole – e alle ottime intenzioni dichiarate – per “mettere a terra” l’innovazione, a volte astratta, tramite una ricerca concreta e operativa.



La sostenibilità lombarda è espressione di qualità percepita, di affidabilità, di certificazione non solo regolamentare ed estetica. Confindustria, Coldiretti, Ance, Legacoop e imprese firmatarie hanno dichiarato la volontà di non sposare la tesi per cui la sostenibilità è un aggravio di costi, ma un circuito virtuoso di efficientamento e di ridisegno dei prodotti/servizi per competere. Come nota a margine è necessario sviluppare una redditività sostenibile dell’impresa come insieme di valori che vengono generati per la qualità di vita degli stakeholders e degli shareholders. Non solo massimizzazione assoluta dei profitti, ma relativa. Imperativo categorico ancor più inevitabile in questa situazione di era  Covid. Peraltro il Protocollo sottoscritto sottolinea gli ambiti della sostenibilità: economia circolare, economia a bassa emissione di carbonio, miglioramento della qualità dell’aria, sviluppo delle infrastrutture del verde regionale, tutela della risorsa idrica; e ancora contenimento del consumo di suolo, agricoltura e pesca sostenibile, green public procurement. Tutte componenti  che dovrebbero migliorare la qualità della vita non come auspicio, ma come condizione, in alcuni casi, di sopravvivenza.



Effetto annuncio? Non sembra perché le imprese si sono già attivate e hanno portato esempi concreti delle loro azioni di sostenibilità. Abbiamo visto e sentito tante buone pratiche. Certo, ora la “sfida è più sfidante” e bisogna cogliere l’accelerazione del contesto e sviluppare risultati “qui e oggi” per avere effetti a medio e lungo periodo. 

La sostenibilità è un progetto della Lombardia non tanto per ottemperare a leggi e regolamenti nazionali ed europei, ma per i cittadini che hanno consapevolezza che l’ambiente, il sociale e l’economico sono interdipendenti. E questo i “millenials”, la “generazione Z” lo sanno. C’è bisogno di competenze per la sostenibilità e le imprese hanno già iniziato a fare formazione e informazione per i propri dipendenti e per i cittadini – che sono i loro clienti. Lo strumento digitale non può essere un optional che aumenta il valore del prodotto/servizio sostenibile, ma è ormai dentro il prodotto/servizio e il cliente lo da per scontato. È una commodity. 

La Regione Lombardia, strategicamente, ha aperto dossier di sostenibilità su: salute, uguaglianza e inclusione; su educazione, formazione e lavoro; su infrastrutture, innovazione e città e sui cambiamenti climatici, energia, produzione e consumo; sull’agricoltura e sul sistema eco paesistico. In sintesi sulla sostenibilità della vita e del “well-being” dei cittadini lombardi che ormai giudicano il valore e il risultato percepito e non quello annunciato.