Non tutti sono entusiasti per il nuovo prospetto di riorganizzazione di Forza Italia indetto da Silvio Berlusconi negli scorsi giorni: l’ex Cavaliere ha annunciato per il 13 luglio il Consiglio Nazionale e consegnato le deleghe organizzative del partito ai coordinatori nazionali Giovanni Toti e Mara Carfagna, considerati i più “riottosi” ribelli alla vecchia Forza Italia e dati più vicini rispettivamente a Salvini e al Pd. Ebbene, le varie anime interne del partito lamentano una nuova organizzazione tutt’altro che produttiva, almeno dai primi passi mossi dal “nuovo duo”: su tutti, è Massimiliano Salini – eurodeputato appena rieletto a Bruxelles con boom di preferenze – a lamentare oggi con un post su Facebook le decisioni prese dal nuovo direttivo in vista del Consiglio Nazionale di metà luglio. «Apprendiamo dai profili social dei due coordinatori nazionali Giovanni Toti e Mara Carfagna di essere stati convocati, non sappiamo né dove né quando, a un incontro per dare seguito alla linea annunciata dal Presidente», scrive l’eurodeputato azzurro eletto nella Circoscrizione Nord-Ovest. In effetti Toti e Carfagna hanno annunciato per oggi gli incontri con i coordinatori regionali con la seguente convocazione: «Nelle more di un proficuo confronto e della definizione dell’assetto provvisorio che dovrà portare il nostro movimento alla stagione dei congressi i coordinatori regionali, provinciali e comunali sono pregati di astenersi dall’assumere decisioni che comportino cambiamenti negli assetti politici e amministrativi di loro competenza, così come dall’evitare lo svolgimento di congressi locali che necessariamente si celebrerebbero con regole ormai in via di superamento».
FORZA ITALIA, IL PROGETTO DI TOTI E LE DISTANZE DALLA BASE
Salini però contesta la modalità “dall’alto” e via social, considerato non il miglior modo per far ripartire Forza Italia già da molti accusata di essere sempre più lontano dalla gente e troppo vicino ai dirigenti-colonnelli dietro Berlusconi: «Sempre dai social network ci comunicano che siamo invitati “a non assumere decisioni” che abbiano ricadute sul territorio. Rimango sinceramente stupito da questa modalità proprio ora in cui tutti abbiamo evidenziato la necessità di un maggior coinvolgimento e condivisione delle decisioni all’interno di Forza Italia». In Lombardia, spiega Salini, proprio in questi giorni sono in corso confronti tra parlamentari, consiglieri comunali e regionali ma anche amministratori locali e semplici elettori «per individuare quei temi che voglio diventino la stella polare del nostro fare nei prossimi mesi. Proposte che intendiamo portare al Consiglio nazionale del 13 luglio perché penso che solo partendo dai contenuti possiamo recuperare il nostro elettorato». L’accusa finale è importante e rileva un malcontento piuttosto diffuso tra i militanti, con tanti dubbi sull’immediato futuro (federazione con la Lega? correnti verso il Pd? ritiro di Berlusconi?): chiude il post Salini con questo monito, «Le regole vanno bene, sono fondamentali per ripartire, ma tutto va fatto nel rispetto di chi sta già lavorando per il rilancio del partito. Le decisioni non possono cadere dall’alto ed essere comunicate mediante Facebook, tanto più senza prima aver parlato con i diretti interessati». Toti oggi ha annunciato ad Agorà su Rai3 che si presenterà da candidato leader al prossimo Consiglio di Forza Italia, avendo pronta già un’ipotesi di riforma-rivoluzione interna al partito: «È evidente che il presidente Berlusconi avrà sempre una parola importante all’interno, ma nel momento in cui ci sarà una collettività di persone scelte in modo democratico che si esprimerà, la linea politica del partito si farà negli organismi assembleari e il coordinatore sarà tenuto a portarla avanti. Organi rappresentativi scelti dal basso non solo dagli iscritti e dai militanti di FI, ma anche da tanti simpatizzanti e aderenti a liste civiche con un’agenda politica del partito non più dettata dall’alto ma da un’assemblea rappresentativa molto vasta e composta da tante anime, che poi avrà un suo coordinatore».