Forza Italia divisa tra le aree che fanno riferimento a Marta Fascina e Licia Ronzulli? «Fantasie» per Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, oltre che coordinatore del partito in Piemonte. Ne parla a La Stampa, smentendo le voci che parlano di divisioni nel partito. Anzi, traccia la strada sul percorso che va seguito dopo la morte di Silvio Berlusconi: «Insieme dobbiamo affrontare un percorso democratico che porterà prima alla nomina di un presidente pro-tempore e poi ai congressi comunali e provinciali per definire la nuova leadership». Questa compattezza garantirà una gestione del partito che consentirà a tutti di esprimere il proprio punto di vista, assicura Zangrillo.



Prima le decisioni erano prese da Berlusconi, ora «servirà trovare una sintesi e il senso di responsabilità dovrà prevalere, oggi più che mai, sulla tentazione, spesso ricorrente, di far prevalere logiche personalistiche. Non ce lo possiamo permettere». Zangrillo non teme una fuga dal partito verso Fratelli d’Italia: «E non mi aspetto un’Opa ostile da parte di Meloni». Quindi, avverte gli alleati: «È nell’interesse di tutto il centrodestra mantenere la geometria della coalizione dando una continuità di governo per arrivare a fine legislatura».



FORZA ITALIA, L’APERTURA DI ZANGRILLO A RENZI

Paolo Zangrillo non teme neppure un’eventuale Opa del Terzo Polo e di Matteo Renzi, anche perché ritiene che il primo sia «solo un cartello elettorale». Per quanto riguarda il leader di Italia Viva, il ministro afferma a La Stampa: «Non mi preoccupa». Però manda un segnale di apertura differente: «Il mio auspicio è che i tanti che hanno lasciato Forza Italia sperando che un centro moderato potesse nascere al di fuori del centrodestra adesso possano ricredersi: noi continuiamo a essere punto di riferimento all’interno del Ppe e dei valori liberali e cattolici del centrodestra. Non corriamo dietro a nessuno, ma le porte sono aperte». C’è poi la questione Santanché, con le opposizioni che chiedono le dimissioni del ministro del Turismo e di affrontare la vicenda in Parlamento. «Allo stato attuale non c’è un problema politico. La ministra ha deciso di querelare e questo mi sembra una risposta importante alle accuse. Trovo abnorme ritenere il Parlamento un’appendice dei talk show televisivi», chiarisce Zangrillo.



ZANGRILLO SU MES E CANDIDATURA CIRIO IN PIEMONTE

C’è divisione nel governo, invece, sul Mes: «Inutile nascondere che sul fondo salva-Stati ci sono delle sensibilità diverse. Non mi pare che nell’agenda del governo questa sia una priorità assoluta. È stato deciso di prendere tempo per ragionare e fare sintesi». Sollecitato sul tema dell’approvazione, Zangrillo continua a non sbilanciarsi: «Credo che da qui a settembre si troverà una sintesi in cui si possa identificare tutto il governo, ma ha ragione Tajani quando afferma che si tratta di uno strumento importante che non può non essere controllato dalla Commissione e dal Parlamento europeo». Infine, avanza la candidatura di Alberto Cirio per il Piemonte: «Si è detto disponibile ed è già un importante passo avanti. Per Forza Italia è il candidato naturale me anche gli alleati sono d’accordo. Forza Italia è per garantire la continuità del governo del Piemonte così come di quello nazionale».