Ha aperto in ritardo rispetto agli orari abituali quest’oggi, giovedì 13 agosto, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, noto con l’acronimo MArRC: una decisione figlia dell’episodio verificatosi nelle scorse ore e che ha per protagonista un gruppo di quattro persone che, senza avere prenotato il proprio accesso, ha forzato l’ingresso in piazza Paolo Orsi e ha evitato la misurazione della temperatura corporea. Chiaramente, non è stato nemmeno pagato il biglietto e sarebbero stati utilizzati toni minacciosi nei confronti della vigilanza. Stando a quanto riferito da “Il Reggino”, mentre ammiravano i Bronzi di Riace e le opere esposte nell’atrio del museo, i quattro sarebbero stati raggiunti dalla polizia di Stato e, in seguito, identificati. Va da sé che, in virtù delle rigide disposizioni in materia di Covid-19, nella mattinata odierna si è proceduto a una profonda sanificazione degli ambienti, così da non mettere a repentaglio l’incolumità pubblica dei visitatori e del personale museale.
IL DIRETTORE DEL MUSEO: “SONO SCONCERTATO E RAMMARICATO”
Come riferito ai microfoni de “Il Reggino”, il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, si è detto “sconcertato e rammaricato per l’accaduto, sia per il disagio che l’episodio procurerà a quanti hanno prenotato per domani, sia per il gesto e le parole rivolte al personale del museo, che ha sempre profuso grande impegno per accogliere i visitatori, tanto più in un momento delicato come questo, in cui siamo tutti sotto rischio sanitario. Dalla riapertura il personale ha svolto un lavoro encomiabile per consentire l’accesso in sicurezza ai visitatori e garantire la medesima attenzione anche all’interno delle sale”. E ancora: “Ci rammarichiamo dell’impossibilità, sopravvenuta in più occasioni, di non potere accogliere tutti coloro che giungono a Reggio per ammirare i nostri reperti; ma aggiungo anche che, quando se ne è creata l’opportunità, per disdetta di prenotazione o per assenza degli interessati, abbiamo cercato di soddisfare le richieste estemporanee, sempre nel rispetto delle regole imposte dall’emergenza sanitaria, ritenendo la salute pubblica un bene da tutelare”.