Forze dell’ordine, il ruolo delle donne
Rachele Spagnuolo, psicologa e carabiniere, ufficiale di ruolo tecnico, ha una formazione in ambito clinico e criminologico. Al Messaggero, l’investigatrice parla del ruolo delle donne nelle forze dell’ordine, partendo dalla propria esperienza. “Mi occupo, come comandante e insieme al team composto dai militari della sezione, di delitti particolarmente efferati, di matrice violenta, senza apparente movente, seriali o con autore ignoto”, racconta. Il suo lavoro consiste nell’analisi dei casi da un punto di vista psicologico e dello studio della personalità, “Offrendo una diversa chiave di lettura attraverso l’analisi criminologica dei fatti. La nostra indagine si affianca alle tradizionali attività investigative e di polizia giudiziaria. Ricostruiamo il profilo dell’autore, della vittima, e anche il processo di interazione tra vittima-autore-contesto attraverso l’analisi di vari elementi: di natura psicologica, espressiva o simbolica”
Sulla scena del delitto, l’attività investigativa viene svolta “con interrogatori delle persone coinvolte e con sommarie informazioni ripercorriamo le fasi attraverso cui quel delitto è maturato, e formuliamo le ipotesi sulle motivazioni alla base del crimine e il profilo delle personalità di vittima e autore ignoto. Spagnuolo, al Messaggero rivela: “A 29 anni mi sono arruolata nell’Arma dei Carabiniere attraverso un concorso per ufficiale di ruolo tecnico, specialità psicologia. Dopo la laurea, a 23 anni, avevo maturato le prime esperienze professionali in ambito civile. Mi ha spinto verso questa scelta il desiderio di sentirmi parte di qualcosa di “più grande” e poter essere, anche nel mio piccolo, al servizio della collettività“.
L’apporto delle donne nel settore delle indagini
Il lavoro di Rachele Spagnuolo la porta a girare spesso in Italia: “È stato un percorso molto impegnativo ma anche molto appagante. Mio marito mi aiuta tanto nella gestione della famiglia. Il nostro reparto una competenza nazionale e quindi viaggio spesso”. Nonostante fino a qualche anno fa le donne nelle forze dell’ordine fossero molte poche, la situazione sta cambiando: “Il Reparto Analisi Criminologiche gode di una buona componente femminile, presente sia nel ruolo ufficiali, come il comandante della sezione Atti Persecutori che ha un focus specifico sulla violenza di genere, sia nel ruolo di marescialli e brigadieri, quali addetti alle sezioni”.
Secondo l’ufficiale, “Le donne hanno generalmente una visione d’insieme molto puntuale e un’attenzione ai dettagli, riescono a cogliere le “sfumature” che spesso sono determinanti nella comprensione di qualcosa, e questo si traduce anche in importanti contributi alle indagini. Inoltre, quando appassionate di ciò che fanno, hanno un approccio al lavoro connotato da rigore e determinazione”.