Tra Israele ed Hamas la situazione sta degenerando piuttosto rapidamente e mentre le truppe ebraiche si preparano ad assediare la Striscia di Gaza, diverse ONG accusano il governo israeliano di aver utilizzato bombe al fosforo bianco. Le riporta, per esempio, Eurodem Monitor, mentre lo conferma la Human Rights Watch, portando a suo sostegno alcuni video in cui si nota la tipica esplosione seguita da una cascata di fuoco prodotta da quel tipo di ordigno chimico.
Di per sé la notizia dell’uso di fosforo bianco da parte di Israele non avrebbe alcuna conferma ufficiale, che difficilmente verrà data dal governo dato che si tratta di armamenti proibiti da una Convenzione dell’ONU. Tuttavia, va anche sottolineato come, nella realtà, in passato Israele aveva già utilizzato questo tipo di armamenti, anche in quel caso per condurre attacchi sulla Striscia di Gaza contro lo storico nemico di Hamas. A regolare internazionalmente l’utilizzo di fosforo bianco è il terso Protocollo della Convenzione di Ginevra del 1980 che lo classifica tra le armi incendiarie. In tal senso, il suo utilizzo in un conflitto è proibito in ogni casistica in cui si rischia di colpire obiettivi civili, ma è possibile nel caso di obiettivi militari isolati, per spaventare i nemici o creare cortine di fumo utili alla fuga dell’esercito. Israele è tra i firmatari della Convenzione, ma con riserva, arrogandosi il diritto di non rispettare le regole sulle armi incendiarie.
Cos’è e come funziona il fosforo bianco proibito dall’ONU
Insomma, anche se notizie dell’uso di bombe a fosforo bianco da parte di Israele fosse confermato, non costituirebbe un reale problema dal punto di vista del rispetto della Convenzione di Ginevra. Tuttavia, oltre agli aspetti legali ed internazionali, l’utilizzo di questo tipo di ordigni è ampiamente condannato da tutto il mondo, dato che oltre a provocare effetti devastanti per gli esseri umani colpiti, non limita in alcun modo i danni ai civili e provoca effetti anche a lungo termine. Storicamente, il composto è stato usato nella Prima guerra mondiale, nelle guerre coloniali italiane in Africa, in Siria e in Ucraina.
Il fosforo bianco, infatti, è un composto chimico estremamente efficiente che provoca nelle vittime ustioni molto gravi e dolorose. Dopo l’esplosione di un ordigno che lo contiene, infatti, questo entra a contatto con l’ossigeno presente nell’aria, scatenando tutto il suo potere distruttivo dato che produce anidride fosforica. Quest’ultima, una volta entrata in contatto con il corpo umano, genera a sua volta acido fosforico, elemento altamente dannoso che è in grado di bruciare e corrodere in brevissimo tempo il tessuto organico, raggiungendo anche le ossa. Inoltre, il fosforo bianco che finisce disperso nell’ambiente, se inalato potrebbe corrodere organi e mucose, oltre ad avvelenare il malcapitato. Gli ordigni dal conto loro uccidono quasi chiunque ne venga in contatto, mentre i sopravvissuti potrebbero andare incontro a patologie come l’anemia (ovvero una riduzione del numero di globuli rossi che trasportano ossigeno agli organi) e necrosi ossea (ovvero l’erosione del tessuto osseo).