Dopo il messaggio di vicinanza lanciato dal Ministro Salvini per Rita Dalla Chiesa, la presentatrice nonché figlia del grande Generale ucciso dalla Mafia ha voluto rispondere al leader leghista che la difendeva dagli attacchi orrendi ricevuti nel nome del padre per la foto del reo bendato in Caserma dei Carabinieri a Roma. «Fa tanto male. Ma di fronte al dolore della moglie e della mamma del Brigadiere Cerciello, che ho abbraccio oggi, trovo la forza di non cedere. Grazie per difendere la memoria di mio papà», scriveva ieri sui social Rita Dalla Chiesa. In aggiunta, il vicepremier ha voluto comunque postare l’intera risposta su Instagram sottolineando la bontà di quanto l’Arma dei Carabinieri fa e dedica ogni giorno allo Stato italiano: «Grazie a te, Rita, non sei sola. Oggi milioni di italiani si stringono in un grande abbraccio collettivo ai famigliari di Mario Cerciello Rega e all’intera Arma dei Carabinieri, nel ricordo di tutti gli eroi italiani, come il tuo papà, che hanno dato la vita servendo la Patria» ha risposto Matteo Salvini. (agg. di Niccolò Magnani)
La foto e il “metodo Dalla Chiesa”
La foto del reo confesso bendato e ammanettato è un’immagine che apre le porte a numerose riflessioni, ma soprattutto divide l’opinione pubblica. I social continuano ad essere il luogo in cui di discute delle questioni di attualità, come appunto la foto dell’omicida del carabiniere ucciso a Roma. Su Twitter, è stato lanciato l’hashtag #tortura2019 proprio in relazione al trattamento che, si presume, sia stato riservato al giovane americano che ha confessato di aver ucciso il carabiniere a Roma. Proprio su Twitter si leggono le parole che vanno ben oltre la vicenda e sfociano nell’accusa di tortura verso il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: “Adesso Rida Dalla Chiesa ci darà che sia giusto e normale il trattamento durante gli interrogatori. Magari anche il padre faceva così”. La risposta della figlia del Generale, Rita Dalla Chiesa, non ha tardato ad arrivare: “Io la denuncio e passo il suo tweet ai carabinieri. Già fatto screenshot”: in questo modo, ha scongiurato l’ipotesi che l’autore del tweet potesse cancellare quanto scritto.
Attacco al Generale Della Chiesa: solidarietà per la famiglia
In risposta al tweet, si leggono i commenti di chi ricorda di portare rispetto ad un uomo che ha prestato servizio per il popolo italiano. Inoltre, gli utenti si preoccupano di esprimere le proprie condoglianze alla famiglia di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma, la cui morte si trova al centro di determinate azioni social, ritenute fuori luogo. La risposta di Rita Dalla Chiesa ha raccolto l’attenzione del web e non solo. In particolare, Matteo Salvini ha condiviso sul suo profilo Facebook un post in cui racchiude il tweet incriminato e la risposta della figlia del Generale Dalla Chiesa. Il ministro dell’interno ha così commentato la vicenda: “in una giornata come questa c’è chi infanga la memoria del Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, eroe italiano giustiziato dalla mafia. Vergognatevi” ha scritto Matteo Salvini, che ha poi invitato i suoi follower a mostrare “solidarietà a Rita” perché, ritiene, “fa bene a denunciare”. Tra gli utenti c’è chi scrive: “Bravissima, Rita. Ti vogliamo bene anche perché ogni volta che ne hai avuto l’occasione hai onorato il nome di tuo padre che è stato un grande. Non prendertela più di tanto per le cattiverie umane. Noi siamo superiori”.
Contro il Generale Dalla Chiesa, il nuovo tweet: “uccideva per molto meno”
Tra i commenti sotto al post di Matteo Salvini, appare uno screenshot di un secondo tweet: “A chi lamentalo stridere tra tra la foto di Falcone/Borsellino e la violazione dei diritti umani nella caserma dei carabinieri, farei notare che sullo stesso muro è affissa quella di #dallachiesa che per molto meno uccideva” e in relazione alla presunta incoerenza aggiunge “il bendaggio è la coerente via di mezzo”. Non si legge alcuna risposta da parte di Rita Dalla Chiesa, quindi gli utenti la invitano a leggere il tweet e a riservare a chi lo ha scritto lo stesso trattamento garantito al precedente autore, ovvero la denuncia. Entrambi i tweet hanno in comune l’hashtag #carabiniereucciso, divenuto virale, appunto, dopo l’omicidio di Mario Cerciello Rega.