Non cadono a grappoli solo le bombe in Ucraina, ma anche i civili. Quelli che Vladimir Putin afferma di non colpire attraverso le sue truppe. La propaganda russa si scioglie di fronte alla verità cruda e dura mostrata, ad esempio, dalle foto. Come quella pubblicata dal New York Times e messa in prima pagina. È ripresa una mamma con due figli uccisi dalla deflagrazione, forse di mortaio, alle porte del villaggio di Irpin. Una famiglia completamente distrutta, con il padre che lotta tra la vita e la morte in ospedale, senza sapere di aver perso tutti i suoi cari. Sono giorni in cui si susseguono immagini a dir poco terrificanti. La guerra ai tempi dei social media è una macelleria di corpi mutilati e straziati, militari e civili, ucraini e russi.



Immagini forti che aiutano a offrire la dimensione della tragedia, come appunto il video della granata che cade mentre i civili provano a scappare da Irpin, alla periferia di Kiev, sterminando la famiglia di cui vi abbiamo parlato. Il New York Times ha scelto di mostrare i poveri corpi a terra in una foto eloquente, che serve a far capire come si muore in guerra, senza un motivo, mentre scappi per trovare la salvezza ad un incubo che non ha spiegazione, neppure razionale.



FAMIGLIA DISTRUTTA: L’ORRORE DELLA GUERRA IN UNA FOTO

Proprio come la foto di Kirill Yatsko, il bambino di 18 mesi ucciso dai bombardamenti di Mariupol, anche questa di Irpin è una foto destinata a diventare simbolo dell’orrore della guerra in Ucraina. L’immagine è scioccante. Una donna è riversa sul marciapiedi vicino alla figlia di 8 anni che ha ancora lo zainetto sulle spalle, poi un ragazzo che stava trasportando un trolley. Tutti e tre sono morti. Con loro c’era il marito della donna, gravemente ferito, ripreso col volto insanguinato mentre viene soccorso dai militari ucraini. La foto choc è stata scattata dalla freelance Lynsey Addario per il New York Times e racconta in modo eloquente la tragedia di una famiglia che voleva scappare e sottrarsi all’avanzata russa (nella nostra copertina c’è quella scattata dopo che i cadaveri sono stati coperti).



Con loro un trasportino verde con un cane che abbaiava disperato, secondo quanto raccontato dalla giornalista. La vicenda è documentata anche da un video di un altro freelance, Andriy Dubchak, che ha ripreso proprio l’attacco. La famiglia era diretta a Kiev e stava percorrendo una strada parallela ad un ponte fatto saltare dagli ucraini per rallentare i carri armati russi. All’improvviso i militari russi hanno aperto il fuoco con colpi di mortaio e così si è consumata la tragedia.

QUI LA PRIMA PAGINA CHOC DEL NEW YORK TIMES (ATTENZIONE! CONTIENE IMMAGINE CHE POTREBBE URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ!)