L’ospedale Rottal-Inn Kliniken di Eggenfelden, in Germania, nelle scorse ore ha deciso di pubblicare la foto dei farmaci che i pazienti positivi al Covid-19 in terapia intensiva sono costretti ad assumere ogni giorno: decine di medicine, integratori e alimenti liquidi. L’obiettivo dei medici che hanno reso noto la terapia indispensabile per continuare a dare una speranza ai malati è quello di essere da monito ai no vax.



“Ogni giorno questi farmaci, integratori e alimenti liquidi devono essere somministrati a un singolo paziente con coronavirus e gravemente malato di Covid ricoverato nella nostra unità di terapia intensiva. La  vaccinazione anti Covid può proteggerti da tutto questo”, questo il messaggio a corredo dell’inequivocabile immagine. Un gesto quasi estremo, che arriva in un momento in cui le strutture sanitarie della Germania si trovano al collasso a causa del picco di casi di positività. I ricoverati sono per lo più non vaccinati, per cui i medici hanno ritenuto necessario ribadire l’appello ad aderire alla campagna di vaccinazione per evitare gravi conseguenze.



Foto farmaci per pazienti in ti: decine al dì: l’appello dell’ospedale

Appena una settimana fa, come riporta Fanpage, il direttore dell’ospedale Rottal-Inn Kliniken di Eggenfelden, che ha pubblicato le foto dei farmaci che servono ogni giorno ai pazienti positivi al Covid-19 ricoverati in terapia intensiva, aveva lanciato l’allarme in merito al sovraffollamento della struttura sanitaria. “Se non ci fosse stata una grande operazione di trasferimento dei pazienti saremmo già collassati”, aveva ammesso Bernd Hirtreiter. I no vax, tuttavia, finora sembrano non avere capito la gravità della situazione.



Proprio pochi giorni prima, infatti, un gruppo di dipendenti si era radunato davanti alla clinica per protestare contro l’obbligo di vaccinazione, che ad oggi è tuttavia soltanto un’ipotesi al vaglio del Governo. “Una tale corteo di protesta con un raduno davanti a una clinica con pazienti affetti da covid che stanno lottando per la propria vita nell’unità di terapia intensiva è incomprensibile”, aveva commentato la direzione.