Nella lunga conferenza stampa convocata dai responsabili degli inquirenti sul tremendo caso del carabiniere ucciso a Roma, la Procura nel nome del sostituto aggiunto Nunzia D’Elia e nel procuratore aggiunto Michele Prestipino hanno provato a definire al meglio non solo i vari elementi-dubbi dell’intera inchiesta ma anche lo spinoso caso della foto fatta avere ai media di uno dei due ragazzi americani arrestati – Gabriel Christian Natale Hjorthammanettato e bendato prima di essere interrogato dai Carabinieri dopo la confessione dell’altro studente, Elder Lee. «Accerteremo i fatti senza alcun pregiudizio e con il rigore già dimostrato da questa procura in altre analoghe vicende», ha spiegato il procuratore di Roma durante la conferenza stampa in cui sono state spiegate, nel dettaglio, tutte le ricostruzioni dal momento dello spaccio di droga ai due ragazzi americani fino alla tragedia e alle 11 coltellate inferte da Lee contro il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. «La procura – ha aggiunto Prestipino – ha già avviato le indagini per accertare quanto accaduto»: non solo, sempre secondo la Procura di Roma «Gli indiziati sono stati individuati e interrogati dai magistrati nel rispetto della legge».



FOTO BENDATO, IL RETROSCENA “CONTRO” COMANDANTE CARABINIERE

Gli interrogatori ai due studenti giovanissimi americani ancora in carcere dopo la conferma del Gip nelle scorse ore, è stata svolta dai diretti responsabili delle indagini proprio per potersi far raccontare per bene «ogni dettaglio delle versioni dei due soggetti», ha spiegato la procuratore aggiunto Nunzia D’Elia. Poi prende parola Prestipino e sottolinea «Gli interrogatori sono stati effettuati con tutte le garanzie difensive, alla presenza dei difensori, dell’interprete e previa lettura di tutti gli avvisi di garanzia previsti dalla legge. Gli interrogatori sono stati anche registrati». Mentre le indagini proseguono e dovranno andare ad accertare chi e perché abbia scattato e poi diffuso quella foto – divenuta oggetto di polemiche infinite a livello politico contro la posizione assunta dalla Lega di Salvini che si è detta indignata come prevalga il garantismo con i ragazzi colpevoli sulla tragedia dell’omicidio di un carabiniere – spunta una possibile nuova ipotesi dietro alla diffusione di quella foto. Secondo Carlo Bonini su Repubblica, la foto choc del ragazzo bendato e ammanettato sarebbe stata diffusa per danneggiare l’immagine del comandante del Reparto dei Carabinieri, il colonnello Lorenzo D’Aloia (presente tra l’altro poco fa nella conferenza stampa a Roma, ndr). «si è guadagnato la stima della Procura di Roma ma anche molti nemici proprio nel Corpo dei Carabinieri dopo aver fatto “girare” l’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi che tanto imbarazzo ha creato all’Arma», spiega Bonini. Sempre secondo Repubblica, il colonnello si è defilato «rispetto all’omertà di Corpo decidendo di favorire a individuare chi aveva depistato le indagini sulle responsabilità per il pestaggio subito dal geometra romano in stato di detenzione».

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