La notizia è confermata, per quanto possa apparire surreale: a Bologna, nelle bacheche presenti sulla facciata della cattedrale di San Pietro, sono comparsi due manifesti pubblicitari di colore fucsia che decisamente appaiono in netto contrasto con il contesto in cui si trovano. Promuovono infatti il fantomatico “Bonus amore”, nell’ambito dell’altrettanto fantomatica “Campagna per un San Valentino sicuro” e propongono agli occhi di chi si sofferma a fissarli un vibratore rosa, di sicuro molto lontano dalla sacralità del luogo.
Al di sotto della foto, campeggia la seguente scritta: “Distanti oggi per tornare a fare l’amore domani”. Non solo: in alto a destra campeggia il logo del ministero delle Pari Opportunità e della Famiglia, deleghe assegnate dal nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Elena Bonetti. La ricostruzione è confermata dalle fotografie postate su Twitter da alcuni utenti e dall’agenzia di stampa Dire, che si è soffermata su questo “fenomeno” decisamente insolito e stravagante, peraltro rivelatosi essere una clamorosa fake news.
BONUS AMORE: LA CAMPAGNA CHE NON ESISTE
L’incredibile e surreale vicenda del “Bonus amore” ha rapidamente fatto il giro del web, dunque, ma si è anche ben presto rivelata essere una clamorosa fake news, come spiega anche la stessa agenzia Dire, menzionata poche righe fa. Sotto all’immagine del vibratore e allo slogan, infatti, si dice che “dal 14 febbraio sarà possibile richiedere il bonus amore stabilito con Dpcm 169 del 27/12/2020 (inesistente) per l’acquisto di vibratori e sex toys”. E ancora: “Segui la procedura online e potrai ottenere il rimborso delle spese sostenute dal 28 dicembre 2020 al 14 febbraio 2021 (fino a un massimo di 200 euro) oppure, per coloro che ancora non hanno effettuato acquisti, un buono spesa digitale da generare direttamente sull’applicazione web del Ministero delle Pari Opportunità e della Famiglia. L’iniziativa è cumulabile col cashback“. Una bufala costruita nei minimi dettagli e alla quale inizialmente hanno abboccato numerosi cittadini, come dimostra il numero di ricerche effettuato sui motori di ricerca e sui principali social network sull’argomento.