Se dobbiamo sempre più fare ricorso alle energie rinnovabili dobbiamo però anche sapere come sfruttarle al meglio per poterne trarre concreti benefici. Riguardo al fotovoltaico è intervenuto l’ente di ricerca italiano Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che sul Sole 24 ore ha stilato una serie di regole da rispettare per ottimizzare la produzione di energia anche in inverno.
Se infatti, nell’immaginario comune, si ritiene che installare un impianto fotovoltaico garantisca una resa efficiente solo in estate e solo in quelle regioni più avvantaggiate in termini di clima, come il MezzogiornoIdealmente una giornata di sole invernale può anche rendere quanto una estiva, almeno in proporzione.
LE 12 REGOLE PER SFRUTTARE AL MEGLIO IL FOTOVOLTAICO ANCHE IN INVERNO
Intanto occorre sfatare un falso mito: il fotovoltaico non è vero che funzioni solo con le temperature più elevate, perchè in realtà ciò di cui ha bisogno è la luce solare. Tuttavia, durante questo periodo, l’impianto produce in misura minore perché ci sono meno ore di luce solare (si stima infatti che la variazione oscilla da 9 nelle giornate invernali a 15 nelle giornate estive) e la frequenza di giornate nuvolose o piovose è maggiore. Occorre quindi cercare di non posizionare i pannelli in zone ombreggiate ed evitare che i pannelli si facciano ombra tra loro, garantendo una distanza minima di circa 5 metri tra ogni fila. Da non trascurare poi, come sottolinea Enea, è il fattore dell’inclinazione: valori di producibilità massima si ottengono per pannelli esposti a Sud con inclinazione pari alla latitudine del luogo. È importante quindi scegliere orientamento e inclinazione che massimizzino la produzione dei pannelli nell’edificio.
I suggerimenti dell’ente si fondano poi sulla progettazione dell’impianto fotovoltaico in base alle esigenze, determinando i giusti componenti e la potenza necessaria. Serve poi una batteria di accumulo per autoconsumare l’energia prodotta in eccesso e per sfasare temporalmente produzione e consumo di energia elettrica, oltre che puntare sulle zero emissioni, abbinando il campo fotovoltaico ad una pompa di calore elettrica. Sostituire la vecchia caldaia a gas con pompa di calore e fotovoltaico abbatte le emissioni locali di CO2 in ambiente del 100%.
ULTERIORI ACCORGIMENTI: DAL MONITORAGGIO ALLA MANUTENZIONE
Enea fa poi anche altre precisazioni. Nel suo ‘decalogo’ specifica infatti anche l’esigenza di un inverter, necessario per trasformare la corrente continua in corrente alternata, affinché possa essere utilizzata dalle varie utenze della casa o essere immessa nella rete pubblica, il quale andrebbe posizionato il più vicino possibile ai pannelli fotovoltaici per evitare aumenti di costo e sprechi energetici. L’obiettivo è poi anche quello di consumare quando l’impianto produce (anche se c’è un accumulo) ovvero nelle ore centrali della giornata. Mediamente, se alle 14:45 l’accumulo è al 100%, alle 09:05 la percentuale di carica è il 4 per cento.
Andrebbero inoltre utilizzate le tecnologie in grado di avviare automaticamente e gli elettrodomestici e gli impianti in pompa di calore. Da non trascurare infine è poi il monitoraggio del funzionamento attraverso gli Smart Meter installati sul contatore e collegati al proprio smartphone, controllando in tempo reale i consumi, e la manutenzione, facendo pulire i pannelli almeno una volta l’anno. Quanto poi a chi non ha ancora un impianto di questo tipo, sul Sole 24 ore Enea spiega che se nell’edificio non è possibile installare un fotovoltaico e si ha un balcone esposto a Sud, Sud Est o Sud Ovest, si può considerare la soluzione Plug&Play. Questi kit da balcone consentono di risparmiare circa il 20% dei consumi da bolletta e fino a 2 pannelli non sono richieste pratiche o permessi per l’installazione.