Attorno al fotovoltaico sembra che si stia combattendo l’ennesima battaglia green promossa dall’Unione Europea. L’obiettivo della Commissione è chiaro, far si che entro il 2030 si abbandonino quasi completamente i mercati dell’energia estera, per incentivare l’auto produzione interna dei paesi europei. A tal fine recentemente è stato proposto il Net-Zero Industry Act, corredato anche dal Raw Materials Act, sui quali però manca ancora l’approvazione degli stati membri.



Si va dall’eolico al fotovoltaico, passando anche per il biogas e l’elettrico, tutto al fine di aumentare la produzione di energie pulite per l’ambiente. Ma dietro a questi piani vi sarebbe anche un ulteriore duplice obbiettivo. Da un lato, infatti, si tratta di una risposta all’Inflaction Reduction Act americano, ovvero un pacchetto di norme per la transizione green e digitale, mentre dall’altro si punta ad allontanare l’Europa dalla dipendenza cinese, specialmente per quanto riguarda le energie green e il fotovoltaico. Con i due piani si dovrebbe arrivare, entro il 2030, alla produzione interna in Europa di almeno il 40% della tecnologia verde, riducendo al 65% massimo le importazioni di qualsiasi materia prima strategica da un singolo paese terzo all’Europa.



La dipendenza cinese sul fotovoltaico

Non è d’altronde una novità che la Cina sia tra i principali produttori mondiali nell’ambito del fotovoltaico e delle energie green. Tre pannelli solari su quattro importanti in Europa, riferisce l’Eurostat, sono di produzione cinese, e complessivamente in Europa le importazioni dall’estero sono state pari a 9,8 miliardi di euro (mentre l’export si ferma ad appena 1,3 miliardi totali).

Dati preoccupanti, soprattutto perché l’Europa starebbe cercando di puntare soprattutto sul fotovoltaico. E proprio in questo ambito solamente nell’agosto 2022 le spedizioni dalla Cina all’Europa di materiali utili per la costruzione dei pannelli solari sarebbero aumentate del 136,2% rispetto all’agosto dell’anno precedente. Dopo lo stop al gas russo, e la successiva corsa europea alle energie verdi, anche per quanto riguarda i privati cittadini, le esportazioni e le produzioni interne in Cina sono ulteriormente aumentate, ed ora a livello mondiale le esportazioni di materiali utili al fotovoltaico da parte del Dragone sono pari all’80% del volume complessivo, mentre il restante 20% è soprattutto americano.