Domani si sofferma sull’Intelligenza artificiale e su quanto la stessa stia assumendo dei toni millenaristi dal fervore religioso. Il riferimento è al fatto che la stessa IA viene considerata un’entità generabile solo da una ristretta elite destinata a cambiare il mondo. Sigal Samuel, che da anni si occupa dell’intreccio fra scienza e religione, attraverso Future Perfect, scrive: “Più ascolti i dibattiti della Silicon Valley sull’intelligenza artificiale, più si sente l’eco della religione”.



Secondo Il Domani esiste un filo che unisce pensatori cristiani del Medioevo, come ad esempio Scoto Eriugena, che riteneva di poter ridare all’uomo la perfezione perduta tramite la tecnologia, ma anche Pierre teilhard de Chardin, gesuita francese, che teorizzava il Punto Omega, complessità e intelligenza. Nel corso del tempo, quindi, il concetto è stato rielaborato in “singolarità tecnologica”, come lo definisce l’ingegnere di Google Ray Kurzweil, ovvero quando l’IA raggiunge quella dell’uomo per poi superarla in maniera esponenziale. Ed è proprio la singolarità che secondo Domani, è oggi “il fondamento di ogni interpretazione millenarista dell’intelligenza artificiale“, ovvero, un filo che lega interpretazioni religiose alle teorie tecnologiche.



INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RELIGIONE, JACK CLARK: “HO UN MALRIPOSTO IMPULSO RELIGIOSO…”

“A volte ho l’impressione che questo sfrenato entusiasmo per l’intelligenza artificiale sia solo un malriposto impulso religioso da parte di persone cresciute in una cultura secolare”, ha commentato via X Jack Clark, co-fondatore di Anthropic, società di deep learing. Parole che ricordano quelle di Erik Davis nel suo Techgnosis, in cui si indaga la cesura fra scienza e spiritualità che però è fasulla. Secondo Andrea Daniele Signorelli de Domani tutto ciò rappresenta un problema nel momento in cui la fusione scientifico religiosa viene rifiutata dai suoi stessi profeti, come ad esempio il caso del sopracitato Ray Kurzweil e del filosofo Nick Bostrom, figura di riferimento per il lungotermismo.



Si tratta di una scuola di pensiero radicalmente utilitarista che sostiene che l’unico compito dell’umanità è quello di garantirsi un futuro a lunghissimo termine ad ogni costo, sfruttando le chance offerte dall’intelligenza artificiale, per conquistare un avvenire utopico in cui ci “saremo espansi in ogni angolo dell’universo”. Irene Doda, sottoline a riguardo che “Come le religioni se portato alle streme conseguenze il lungotermismo conduce a una deriva fanatica”. A sostenere questo pensiero vi sono Elon Musk e Sal Altman di OpenAi che ci mettono in guardia dai rischi della stessa intelligenza artificiale che loro stessi sviluppano: “Se è così pericolosa perchè la sviluppano”, si domanda il giornalista di Domani.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RELIGIONE, SAMUEL: “OGNI STUDENTE DI RELIGIONE…”

L’IA viene considerata la nostra miglior chance per un futuro utopico che ci permette di sconfiggere la vecchiaia e dare vita ad una nuova umanità. Sigal Samuel aggiunge: “Ogni studente di religione riconoscerebbe subito questa forma di ragionamento per ciò che è, logica apocalittica. I lungotermisti hanno ereditato la visione secondo cui la fine dei tempi è vicina e il progresso tecnologico è la nostra miglior chance per evitarla. Per le persone che seguono tale logica è naturale perseguire l’intelligenza artificiale generale. Per quanto possa rappresentare un rischio esistenziale pensano che non possiamo permetterci di non costruirla”.

Una narrazione che ha molta presa oltre oceano dove, da un recente sondaggio, è emerso che il 61% teme che l’IA metta a rischio la civiltà umana, e percentuale che sale fra gli evangelici. Inoltre 4 americani su 10, sono convinti che stiamo andando incontro alla fine dei tempi. Ed è qui che si inseriscono i lungotermisti, nella sovrapposizione fra la paura verso l’IA e i timori dell’apocalisse, offrendo quindi una via d’uscita che offra grandi vantaggi economici e politici. Domani cita ad esempii i nomi di Jason Matheny, già consigliere per la tecnologia e la sicurezza di Biden, quindi Toby Ord, “nella grazie di Boris Johnson” ma anche consigliere di OMS, Banca Mondiale e World Economic Forum, e via discorrendo. Domani conclude dicendo che la classe politica occidentale dovrebbe evitare “che pericolose visioni millenariste ammantate di tecnologia si facciano largo nelle istituzioni per perseguire precisi interessi”.