Un singola porzione di fragole al giorno, secondo un recente studio, a lungo termine può aiutare a prevenire l’insorgenza della demenza e della depressione. A condurre lo studio è stato il professor Robert Krikorian, dell’Academic Health Centre dell’Università di Cincinnati, in America, che ora auspica di migliorare la prevenzione delle malattie tipiche dell’anzianità, in larga parte ancora senza una cura specifica.
Per condurre lo studio sulle fragole e l’insorgenza di demenza e depressione, i ricercatori hanno presto in esame un gruppo di 30 persone, 25 donne e 5 maschi, tutti over 50 e sovrappeso, che rappresentano la popolazione più a rischio per le malattie associate alla vecchiaia. Divisi i partecipanti in due gruppi distinti, si è proceduto ad un trial controllato in doppio cieco e randomizzato, con il primo gruppo che ha ricevuto per 12 settimane 13 grammi al giorno di frutto essiccate, liofilizzate e macinate. Il secondo gruppo, invece, ha ricevuto una polvere del tutto identica nell’aspetto, nel sapore e nei valori nutrizionali. Il promo gruppo, che ha ricevuto le fragole vere e proprie ha registrato una generale incidenza minore del secondo per quanto riguarda alcuni sintomi tipici di depressione e demenza, come la capacità di ricordare nozioni o informazioni.
Lo studio sulle fragole e sull’insorgenza di demenza e depressione
Insomma, seppur si tratti di dati ancora piuttosto scarni, sembra che le fragole siano in grado di tenere a bada depressione e demenza. Il primo gruppo dello studio, infatti, 12 settimane dopo, dimostrava un generale umore migliore, oltre che una riduzione dei problemi di memoria ed ha commesso meno errori rispetto al gruppo di controllo nel ricordare parole da un elenco, test tipicamente associato al controllo del declino cognitivo.
Secondo il professor Krikorian i risultati dello studio sulle fragole contro la demenza e la depressione “possono essere attribuiti all’azione antinfiammatoria delle antocianine presenti nel frutto”. Un effetto che, peraltro, potrebbe anche aiutare a ridurre l’incidenza di “disturbi metabolici come l’obesità, il pre-diabete e il diabete di tipo 2”. Come se tutte queste non fossero già ragioni sufficienti per consumare maggiormente le fragole, che riducono l’incidenza di demenza e depressione, va tenuto anche conto del fatto che contengono in una singola razione la quantità giornaliera consigliata di vitamina C, così come altri studi dimostrano che la pelargonidina contenuta al loro interno è stata associata a un minore rischio di sviluppare l’Alzheimer.