A Non è l’Arena di Massimo Giletti ieri c’è stata anche una pagina di confronto sui vaccini anti Covid. In particolare, l’endocrinologo Giovanni Frajese, che peraltro ha studiato Medicina con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, si è soffermato con il virologo Fabrizio Pregliasco sui rischi riguardanti una possibile tossicità dei vaccini. «Leggo la nota dell’Ema e dell’Aifa che dice che si ritiene che i componenti del vaccino non presentino alcun potenziale genotossico, per cui non sono stati fatti gli studi né di carcinogenesi né di genotossicità, perché si presume che questi componenti non debbano avere questa azione». Ma per Frajese c’è una problematica emersa da nuovi studi.
«Moderna ne ha fatto uno recentemente per vedere se ci fosse stato qualche tipo di azione. Quello che è uscito da questo studio, che è un po’ particolare perché è stato fatto usando un mRna diverso da quello che c’è nel vaccino, 1706 al posto del 1273, è che ci sta un’azione debole di genotossicità». Questo vuol dire per Giovanni Frajese che «l’azione di genotossicità è possibile e andrebbe studiata con la sequenza specifica».
LA REPLICA DI PREGLIASCO A FRAJESE
Per Giovanni Frajese è importante farlo perché «la genotossicità significa possibilità di cancro e altre che il professor Pregliasco conosce meglio di me». Quindi, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), quella europea per i medicinali (Ema) e il governo per l’endocrinologo «dovrebbero condurre questi test prima di dare queste cose ai bambini, soprattutto agli adolescenti, con il rischio di questa problematica». In questo modo potremmo essere più tranquilli. «La genotossicità è un’azione che può determinare variazioni nel Dna che possono poi avere conseguenze successive, come cancro e alterazioni», ha spiegato il virologo. Quest’ultimo ha ricordato che si tratta di studi che richiedono molti anni per essere condotti e conclusi; quindi, «in pratica voi dite di non usare la vaccinazione a fronte di un’emergenza e di una serie di studi pregressi sulla mRna. Tutto questo lo conoscevamo già bene».
Per Fabrizio Pregliasco sono elementi da approfondire «senza questa enfatizzazione delle negatività potenziali e possibili rispetto ad un’efficacia dimostrata. Qualsiasi farmaco, qualsiasi vaccino, subisce valutazioni nel tempo». Per il virologo quindi «è chiaro che c’è un’esigenza di approfondire», ma se si dovesse aspettare di usare un vaccino o un farmaco prima che tali studi vengano conclusi, «non useremmo mai nessun farmaco o vaccino prima di 20-30 anni», per questo vengono condotti “in itinere” per tutti i prodotti, anche quelli più comuni.