Franca Coin racconta le sue cinque vite

Franceschina Mancino dal 1983, quando conobbe l’allora magnate della moda Piergiorgio Coin, divenne Franca Coin. Nome che ancora oggi porta, nonostante il divorzio avvenuto nel 2019. Furono anni difficili i primi del 2000 per la Coin, segnati dal rovinoso litigio tra i due fratelli dirigenti, Vittorio e Piergiorgio, che portò il secondo ad essere estromesso dall’azienda che per 25 anni aveva diretto. Franca, in tutto questo, rimase vicina la marito, fino a quando perse il potere finanziario e “smarrì anche la fiducia in se stesso”, racconta lei oggi al Corriere della Sera.



“Ero stata l’anima della comunicazione di Coin”, racconta Franca oggi, “nel 1970 inventai” la sua professione, “sposavo pubblicità e articoli”, quello che oggi viene chiamato copywriting. “Ho vissuto cinque vite, forse di più”, tra povertà, redenzione e ricchezza, ma anche difficoltà e tracolli. Nata nel 1938, da padre “maresciallo maggiore della Guardia di Finanza” che le insegnò “la disciplina e il rispetto per se stessi e per gli altri”, mentre la madre “era più leggera, cantava e sognava”. La seconda vita di Franca Coin, invece, fu in Libia, dopo il trasferimento del padre, periodo in cui ricorda che “mi piaceva molto cucire i vestiti per le bambole. Mi nascondevo con Rocco [suo fratello, ndr.] sul pedale della Singer e chiudevo lo sportello di legno. Lì, stretti nel buio, bisbigliavamo: poveri, poveri. Poi uscivamo all’aperto urlando: ricchi, ricchi”.



Franca Coin: “Piergiorgio senza potere finanziario si smarrì”

Poi, continua ancora a raccontare Franca Coin al Corriere, la terza vita, gli anni del diploma in ragioneria ed il trasferimento prima a Londra e poi in Nigeria. La quarta vita iniziò quando decise di fare la hostess, “mio padre si rabbuiò” e si intromise, “dopo pochi giorni fui convocata a Parma alla Barilla“. Un lavoro che lasciò presto, soprattutto dopo il trasferimento di suo fratello Rocco a Milano, “vivevamo assieme. Si buttò sulla fotografia di moda. Trasformammo la cucina in camera oscura e creammo Talents international, che scovava stilisti”.



Infine, la svolta per Franca Coin, “il 4 luglio 1983”, quando conobbe Piergiorgio Coin. Doveva vendere dei capi e scelse proprio Coin per lanciarli sul mercato, “non acquistò niente”, ricorda, “dopo due mesi mi portò a vivere con sé a Venezia. ‘Ho comprato te’, scherzava. Però io non sono mai stata in vendita”. Il matrimonio fu “una formalità”, mentre sulla fine del rapporto, Franca Coin parla chiaro: “siamo deboli, diamo retta agli adulatori, i collaboratori domestici amavano più me che mio marito. Perso il potere finanziario, Piergiorgio smarrì anche la fiducia in se stesso. Ma non nutro rancori. I soldi non sono riusciti a schiavizzarmi. Stavo male, non camminavo più. Nonostante l’età, ne sono uscita”. Dopo il divorzio con Franca, Piergiorgio Coin la prese male, “si arrabbiò perché ho venduto a Luca Cordero di Montezemolo la villa a Cortina”, ma era di sua proprietà, “l’ho considerata il mio tfr dopo 40 anni di lavoro“. L’ultima volta che si sono visti, “ero con lo scrittore Vito Mancuso e la moglie. Lui stava per tirare dritto. L’ho fermato, l’ho salutato e gli ho presentato i miei amici”. Ma del giorno in cui lo conobbe ne parla ancora come del giorno più bello della sua vita, “era bello, acuto, visionario“.