Franca Leosini, 86 anni, è pronta a tornare in televisione: lo farà nella serata di oggi, domenica 7 giugno 2020, alle 21.20 su Rai 3 con il suo programma di successo “Storie maledette”, ideato e condotto sin dal lontano 1997 e, dunque, ventitré anni fa. Al momento, la trasmissione ripartirà con due sole puntate, a causa dell’impossibilità di accedere nelle carceri a causa della pandemia di Coronavirus e alle restrizioni esistenti in materia di visita ai detenuti. Sarà pertanto data particolare attenzione ai mandanti dei delitti in questo abbozzo di nuova stagione, con due casi in particolare: quello di Franco Rocca, condannato all’ergastolo dopo essere risultato il mandante dell’omicidio di sua moglie, Dina Dore, 37 anni, uccisa nel garage situato sotto la propria abitazione, a Gavoi. Sarà poi analizzato anche il caso di Sonia Bracciale, condannata a 21 anni di carcere per il pestaggio che ha provocato la dipartita di suo marito, ucciso nel 2012 a colpi di spranga. È, ad oggi, considerata la mandante di quel delitto.
FRANCA LEOSINI SPIEGA IL RAPPORTO FRA CARCERATI E CORONAVIRUS
La conduttrice napoletana Franca Leosini è stata intervistata a proposito del suo ritorno sul piccolo schermo dal quotidiano “Libero”, al quale ha rilasciato la propria opinione in merito all’uscita di molti detenuti dalle carceri a causa del Covid-19. “Mi auguro che chi ha messo in atto questo provvedimento abbia valutato caso per caso in termini di arresti domiciliari – ha dichiarato la donna – Non sono cose che si prendono alla leggera, deve esserci la massima garanzia, per loro e per noi”. Un punto di vista assolutamente condivisibile, mentre ha destato curiosità la sua rivelazione sui colloqui “alternativi” fra i carcerati e le loro famiglie: “Lo Stato ha acquistato molti cellulari per metterli in contatto con i parenti – ha asserito Franca Leosini –. Sono stati consegnati agli addetti ai lavori e vengono dati ad ogni carcerato seguendo l’ordine dei colloqui e, successivamente, ritirati fino alla prossima giornata dedicata agli incontri telefonici”. Un modo per farli sentire meno soli in un periodo di emergenza che accomuna tutti gli esseri umani.