Franca Leosini si racconta a tutto tondo nell’intervista rilasciata a Fq Millennium di Peter Gomez. In procinto di iniziare la 18esima stagione di “Storie maledette”, il programma che ha fatto di lei una vera e propria icona del giornalismo di cronaca nera, la Leosini parla di com’è cambiato il modo di raccontare il crimine:”La cronaca nera non è cambiata in meglio. (…) Te la ritrovi ovunque, a tutte le ore del giorno. Se accendi la tv, su tutte le emittenti, compresa la Rai, dalla mattina alla sera, trattano, ad esempio, la vicenda di Marco Vannini. Prendiamo questa come sinnedoche. Se ne parla ad ogni ora e lo si fa in modo inesatto. D’altronde io che ho il vantaggio di leggere gli atti processuali, diecimila pagine solo il caso di Avetrana (…) riesco ad essere precisa. Chi invece tutti i giorni deve portare la merce sulla bancarella magari dice anche tante inesattezze”. Diplomatica ma pungente…
FRANCA LEOSINI: “STORIE MALEDETTE? HO IMPARATO CHE PUO’ SUCCEDERE A CHIUNQUE”
L’intervistatore chiede a Franca Leosini come mai non abbia deciso di occuparsi di delitti di Stato nei suoi tanti anni di carriera. La giornalista spiega:”Da autore ho scelto fin da subito un target preciso. I miei interlocutori sono dei non professionisti del crimine che come me e come te ad un certo punto cadono nel vuoto di una maledetta storia. Ad esempio non percorrerei mai un caso nel quale il motivo scatenante dell’atto omicida è esclusivamente economico. Mi è capitato che mi venisse chiesto di seguire quello di un industriale che fa uccidere un altro industriale per rivalità. Ma a interessarmi sono l’anima e le passioni umane. Per questo mi tengo lontana da omicidi e stragi di stato”. Su questo punto la Leosini torna anche in un altro passaggio dell’intervista:”Da tutte queste storia ho capito solo una cosa: in ognuno di noi può scattare quel clic. Siamo solo stati più fortunati, protetti dal destino. C’è come un momento particolare in cui la realtà può deformarsi. Può succedere anche a te. E’ quell’attimo in cui dici a te stesso: ‘Ora potrei veramente uccidere, commettere un gesto terribile'”.
FRANCA LEOSINI: “IL MOSTRO DEL CIRCEO MI INGANNO'”
Sono tanti i casi seguiti da Franca Leosini nel corso della sua carriera. Parlando con “Millennium” ammette che uno di questi le brucia ancora per il fatto di essere stata ingannata: stiamo parlando di Angelo Izzo, il mostro del Circeo, che giusto una settimana fa le ha inviato una nuova lettera. La Leosini spiega:”La cosa che più mi fa arrabbiare, e non è facile ingannarmi, è che mi ero convinta che lui fosse davvero cambiato in carcere (Izzo nel 2004 ottenne la semilibertà ma poi uccise due donne nel 2005, ndr). (…) In altre lettere mi scriveva che aveva decine di progetti positivi per quando sarebbe uscito. Insomma, non ci sono cascata solo io, ma anche i magistrati. Quando nelle rare volte gli rispondo, gli dico: ‘ricordati che rispondo a quella parte di te in cui ho creduto’. Lui allora una volta replicò. Voglio dirle che non l’ho ingannata, perché esiste quella parte di me a cui ha creduto, ma purtroppo esiste anche quell’altra parte che quando prende sopravvento mi porta dove mi ha portato”.
FRANCA LEOSINI: “COSIMA E SABRINA MISSERI? NON C’ERANO PRESUPPOSTI PER ERGASTOLO”
Franca Leosini dice di non aver mai avuto paura di un suo interlocutore/assassino:”Mai. C’è però stato un momento nel quale il protagonista della puntata ‘Aprite quella tomba’, nel corso dell’intervista, ha fatto un salto e ha tentato di aggredirmi mettendomi le mani al collo. Voleva strozzarmi. Gli ho fatto una domanda scomoda e lui non l’ha sopportata. Mi saltò proprio addosso. Io rimasi impassibile. Purtroppo il regista di allora, sbagliando, staccò e invece avrebbe dovuto continuare a registrare”. Uno degli ultimi casi trattati è quello di Avetrana in cui la Leosini ha intervistato Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri. La giornalista fa un’ampia premessa e si schiera contro il libero convincimento dei giudici: “Perché è vero che i crimini non sono mai sovrapponibili, non sono decalcomanie, ma ci sono dei fondamentali. Per dare l’ergastolo devono esserci la premeditazione e il vilipendio del corpo”. E qui si entra nel vivo:”Intanto le sentenze si rispettano e io non do mai giudizi e non faccio capire quello che penso, direi riuscendoci. Nel delitto Scazzi, Sabrina Misseri e Cosima Serrano si sono sempre professate innocenti anche se condannate all’ergastolo dopo tre gradi di giudizio. Uccidere quella povera creaturina di Sarah sarebbe stato delitto d’impeto, forse preterintenzionale, e manca il vilipendio del corpo perché la vittima è stata inabissata in un buco da Michele Misseri. Mancano quindi i due presupposti per l’ergastolo. Altro esempio il paragone con il caso Parolisi, paragone detto davanti ai magistrati. Lui si è sempre professato innocente e in primo grado con il rito abbreviato (che ti permette di evitare l’ergastolo) ha avuto trent’anni; in secondo grado diciotto perché gli è stata tolta l’aggravante della crudeltà. E’ una questione di parametri. Dobbiamo alla magistratura tanto, anzi tutto. I magistrati fanno anche una vita pericolosa, ma il libero convincimento dei giudici mi lascia perplessa, crea interrogativi ai quali non so dare risposte”.