Franca Leosini, giornalista e conduttrice tv di casa Rai, che da anni si occupa di casi di cronaca nera, ha rilasciato nella giornata di ieri un’intervista ai microfoni del quotidiano La Stampa. Franca Leosini si dice sgomenta dall’atteggiamento dei giovani protagonisti spesso e volentieri di omicidi, che vanno in televisione per provare a cercarsi un alibi: “Quei giovani killer senza umanità vanno in Tv provando a crearsi un alibi – racconta dicendosi – sgomenta che i protagonisti siano in maggior parte giovani. È giusto allora porsi delle domande, questi giovani da dove attingono i disvalori che poi li portano a delinquere senza provare neppure dolore o pentimento? Se li prendono dalla società nella quale tutti si vive, allora la responsabilità morale di quanto hanno fatto ce la dobbiamo prendere tutti noi”.



In televisione, negli ultimi anni, sono nati programmi in cui i crimini e in generale i fatti di cronaca nera sono stati trattati anche con estrema leggerezza, e a riguardo la Leosini spiega: “La troppa disinvoltura potrebbe dare loro alcuni spunti, ma non credo sia la strada giusta. La cronaca ha i suoi diritti che non si possono cancellare. Casomai restituire un segno di maggiore condanna, far comprendere ai ragazzi che guardano la tv che agire così equivale a rovinarsi la vita per sempre”. Sulla responsabilità delle famiglie di provenienza dei giovani killer: “Ho visto ragazzi responsabili di gesti atroci venire da famiglie che hanno percorsi limpidi. Casomai parlerei di amicizie e frequentazioni sbagliate. Quando si è giovani si è anche facilmente suggestionabili”.



FRANCA LEOSINI E IL CASO DI LAURA ZILIANI: “ESIGENZA DI MENZOGNA”

Recentemente Silvia e Paola Zani sono state arrestate con l’accusa di aver ucciso la madre Laura Ziliani, ex vigilessa 55enne scomparsa l’8 maggio da Temù, in provincia di Brescia. Prima di essere incastrate le due ragazze hanno lanciato diversi appelli in tv e secondo la Leosini non si tratta di voglia di visibilità: “No, esigenza di menzogna. Loro vanno, parlano per mentire, per negare eventuali sospetti che li coinvolgano. Ambiscono alla visibilità i mentitori, una visibilità che tende alla mistificazione. Io invece parlo con persone che hanno elaborato la loro colpa e che la stanno o l’hanno scontata. Il comportamento è completamente diverso”.

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