Tutto è pronto per il ritorno di Storie Maledette con uno speciale a giugno e poi con una nuova edizione in autunno sempre su Rai3 ma Franca Leosini è ormai l’icona del popolo social ma anche dei gay che si riconoscono nelle sue idee liberali e libere come lei stessa ha sottolineato in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica. La Leosini chiarisce subito che non ama essere chiamata signora ma anche che non sa bene come si possa diventare un’icona per così tanti fan, i suoi leosiners, ma quello che è certo è che lei ama vedere la sua foto “dal verduraio tra pomodori e peperoni”. Sul resto della sua vita non ha dubbi perché le signore stanno nei salotti mentre le giornaliste come lei stanno sulla strada e sui marciapiedi, questa è la differenza essenziale ed esistenziale che forse l’ha resa un po’ diversa da tutte le altre anche se nella stessa intervista ammette di passare molto tempo più che strada nelle carceri.

L’IDEA DEL DIVERSO E IL NO AL GAY PRIDE

E’ proprio dietro le sbarre che Franca Leosini studia le carte e prova a raccontare “l’Italia e i cambiamenti del Paese attraverso la cronaca e i delitti”. Questo è il suo compito o, almeno, il motivo per il quale i fan la amano e la adorano tanto che sui social sono in molti quelli a chiedere a gran voce di averla come “voce fuori campo nella propria vita”. Franca Leosini è consapevole di questo come lo è di essere uin’icona gay: “I gay sono vicini a me e alle mie idee perché sono idee di grandi libertà e apertura. La parola tolleranza non esiste nel mio vocabolario perché non devo tollerare nessuno. Sono felice per i matrimonio gay” e si dice sostenitrice delle adozioni per le coppie gay ma al gay pride dice no: “Non mi convince, perché per me quello è un modo per ghettizzarersi. Nessuno è diverso. I diversi sono quelli che rubano e che uccidono“.

LE RIVELAZIONI SULLO STILE

La ghettizzazione e tutto quello che è un’etichetta è qualcosa che quasi brucia sulla pelle e sulla lingua della Leosini tanto che, alla fine dell’intervista, lei stessa rivela il suo pensiero sulle quote rosa proprio come sul Gay Pride: “Non sono d’accordo, credo solo alla ‘quota qualità’. Ritengo le cosiddette quote rosa una sorte di ghettizzazione impropria“. L’intervista poi si chiude all’insegna del sorriso e non solo perché la giornalista rivela che lei stessa si occupa del suo look (abiti e famosa messa in piega in primis) ma anche perché rivela che il complimento più bello che ha ricevuto è sulle sue ossa definite “eleganti”.