Franca Valeri si lascia ancora intervistare. Lucida e attentissima, come sempre. Tra le pagine del settimanale Oggi, la nuova chiacchierata con la stampa. 99 anni e non sentirli, mai. L’attrice, del resto, ha veramente fatto la storia del cinema. “Franca ha la testa di una 50enne in un corpo da centenaria”, dicono le persone che le stanno vicino. “Sono ironica di natura e quindi trasferire la mia comicità nel lavoro è stata una grande mancanza di fatica. Mi piace avere questo dono”, racconta. In seguito, non riesce a riassumere in un unico momento la sua straordinaria vita: “Non mi viene in mente quasi niente che abbia un significato così profondo da rappresentarmi. Mi ritengo una persona estremamente normale e questo è un vantaggio vivendo parecchio”. Poi ci pensa e “cambia” idea: “Il 25 aprile del 1945, quello è stato il giorno che mi ha dato più emozioni. Quando ho visto il futuro, che mi sembrava impossibile. Quando sono potuta andare a Piazzale Loreto e ho pensato che tutto allora era possibile nella vita, tutto quello che sembrava negato era assolutamente possibile”.
Franca Valeri, 99 anni di arte e saggezza: la nuova intervista
Franca Valeri oggi, vuole anche dire la sua alle giovani donne: “Scegliete un lavoro che vi appartenga perché una donna non può vivere sperando di incontrare l’amore. È molto difficile che lo incontri e, soprattutto, che lo riconosca. Questo spiega la quantità di separazioni”. Lei ha avuto due grandi storie d’amore: con Vittorio Caprioli e Maurizio Rinaldi. “Come ho fatto a sfuggire ai seduttori? Non ho fatto niente. Conoscendomi si poteva capire come mi vedessero gli uomini. Probabilmente spesso non mi vedevano ed è stata la mia fortuna. Non sono mai stata un oggetto femminile. Sia perché sono indubbiamente molto intelligente e sia perché non sono di una bellezza sfolgorante. Sono queste le qualità che mettono le donne in salvo dall’essere un oggetto”. Poi parla di Vittorio De Sica: “mi voleva bene, aveva subito capito le mie possibilità e mi ha aiutato molto. È stato un grande” e Alberto Sordi: “Un grande affetto, mi assomigliava nella comicità. Quando inventai “cretinetti” sorrise. Non era tirchio. Era generoso nelle cose in cui si può dimostrare di essere generosi, tipo il caffè o il pranzo. Cose semplici ma da cui si capisce se la persona è tirchia o no”. E conclude: “Sono snob in parecchie cose. Mi piacciono certe cose esagerate, tipo i cani. Ci tengo molto alla raffinatezza, fino a detestare la non eleganza ora di moda. Non capisco quel modo che adesso hanno le donne in generale di conciarsi”.