Nella Manovra 2020 tra le varie misure presenti e inserite in extremis ci sarà anche la Plastic tax, ovvero la tassa su imballaggi e contenitori di plastica per puntare con decisione alla piena riconversione “green” dell’economia italiana. Si affiancherà agli incentivi già previsti dal Decreto Clima, ma al netto dei contenuti politici (che spieghiamo qui sotto nel dettaglio, ndr) c’è un qualcosa – anzi, un qualcuno – che “vale” la pena sottolineare in quell’incrocio tra trash e politica che ormai risulta sempre più presente in questa “folle” Terza Repubblica. Salta fuori la Plastic tax e chi se non la rappresentate massima delle maggiorate rifatte in tv come Francesca Cipriani poteva intervenire: «Se la ‘plastic tax’ valesse anche per la plastica utilizzata nella chirurgia estetica scenderei subito in piazza a protestare, farei la rivoluzione», racconta l’ex Pupa e il Secchione in una intervista tra il serio e il faceto a Un Giorno da Pecora (Radio Rai1). Per la Cipriani la tassa inserita dal Governo «non deve proprio far succedere il riferimento alla plastica. Dopo le merendine anche questa tassa assurda? E poi il seno rifatto ce l’hanno più del 50% delle italiane, sarebbe impossibile una tassa del genere».
MANOVRA 2020, COS’È LA PLASTIC TAX?
Non è la prima volta che Francesca Cipriani si “diletta” in politica e addirittura alcuni dicevano che avrebbe potuto candidarsi alle ultime Elezioni Europee dopo i suoi diversi endorsement per l’allora Ministro Matteo Salvini; in passato però si era sempre dilettata in commenti pro/contro alcuni politici, mai con “reprimende” a leggi o addirittura Manovre economiche. «E’ assurdo pensare di tassare anche la plastica delle protesi, anche se io comunque ho quella israeliane, ultraleggere, di ultima generazione», continua a testa bassa l’opinionista di Barbara D’Urso a Pomeriggio 5. A domanda precisa ribadita, se vuole ritoccarsi ancora in futuro, la Cipriani risponde «No no, ora sto bene così». La Plastic tax, per chi ancora non l’avesse capito, non c’entrerà nulla – ovviamente – con il silicone utilizzato negli interventi chirurgici: al momento infatti resta in discussione nella Legge di Bilancio l’aliquota che potrebbe essere superiore a 0,2 euro al kg di plastica prevista inizialmente. Lo smaltimento della plastica resta un problema e la nuova tassa mira a far cambiare abitudini e consumi tanto alle aziende quanto agli stessi cittadini (laddove sia ovviamente possibile sostituire la plastica con altri materiali, ndr); chi però si schiera in forte contrarietà alla tassa sulla plastica, per motivi diversi della Cipriani, è Confindustria che esprime «forte contrarietà sull’introduzione della tassa sugli imballaggi in plastica». La nota degli industriali recita infatti «la misura non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese».