Francesca De Andrè, figlia di Cristiano e nipote del grande Fabrizio, non ha vissuto un’infanzia semplice. Dopo la separazione dei suoi genitori, arrivata molto presto, è stata affidata alla madre ma ben presto è stata trasferita a casa del padre per via di problemi economici. La convivenza con il papà è durata solo pochi mesi, perché “era troppo libertino nel gestirmi”, come raccontato proprio da lei. Allora, Francesca è stata mandata in orfanotrofio dopo aver cercato di scappare da casa. Lì, come ha più volte dichiarato proprio lei stessa, nessuno è mai andato a trovarla né ha cercato di ottenere il suo affidamento.
A Storie Italiane, Francesca De Andrè ha spiegato: “Cerco di mandare dei messaggi per aiutare quelle persone che possono avere difficoltà nell’uscire da certe situazioni. È importantissimo, per andare avanti, uscire dai meccanismi di abitudine e fare tanto lavoro introspettivo. Io l’ho fatto da sola ma mi sono appoggiata comunque ad un percorso introspettivo per poter eliminare tutto ciò che ha condizionato la mia vita, facendomi trovare in situazioni sbagliate. Ho fatto un viaggio dalla radice, sono sempre alla ricerca del problema dalla radice, non superficiale”.
Francesca De Andrè: “Io ero ribelle, per questo non sono andata dallo psicologo”
Francesca De Andrè, dopo la difficile infanzia, ha lavorato molto su se stessa per uscire fuori da quei meccanismi malati, nonostante anche in età adulta si sia immischiata in situazioni non semplici, come quella con il suo ex compagno, che ha più volte alzato le mani su di lei. “Non si smette mai di sbagliare ma l’importante è la consapevolezza. Io ho reagito perché ho sempre voglia di vivere. La solitudine diventa costruttiva perché stimola l’introspezione. Io personalmente non mi sono affidata a psicologi per il mio carattere ma è giusto che ognuno lavori come vuole su se stesso. Io ero ribelle quindi non riuscivo ad avere rapporti con altri professionisti” ha concluso ancora Francesca.