Francesca Deidda vittima di una vera e propria esecuzione, forse assalita nel sonno mentre era sul divano di casa a San Sperate (Sud Sardegna) dove sono state trovate tracce di sangue compatibili con la ricostruzione di un crimine efferato. Un colpo secco alla fronte con un oggetto contundente: così, secondo i primi risultati dell’autopsia, sarebbe stata uccisa la 42enne scomparsa il 10 maggio scorso dalla sua abitazione e trovata senza vita il 18 luglio, il corpo chiuso in un borsone abbandonato nelle campagne tra Sinnai e San Vito.



In carcere, indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, c’è il marito della donna, Igor Sollai, 43 anni, che continua a professarsi innocente. Gli inquirenti, però, ritengono di avere in mano elementi sufficienti per ipotizzare un suo coinvolgimento nell’uccisione di Francesca Deidda ma è ancora caccia al movente e all’arma del delitto. Su quest’ultima, riporta L’Unione Sarda, sono trapelate alcune ipotesi proprio all’esito dell’esame autoptico condotto dal medico legale incaricato dalla Procura di Cagliari, Roberto Demontis, poche ore fa.



Com’è stata uccisa Francesca Deidda, autopsia: colpo secco alla fronte, nessun segno di difesa

Francesca Deidda, stando a quanto filtrato a margine dell’autopsia eseguita il 29 luglio, sarebbe stata uccisa con un colpo secco e violentissimo alla fronte, inferto con un oggetto molto pesante del diametro massimo di 10 centimetri. Lo riporta lo stesso quotidiano sardo a seguito delle prime informazioni emerse dall’esame medico legale affidato allo specialista Roberto Demontis, che ora avrà 90 giorni di tempo per confezionare la relazione conclusiva sulle cause e l’epoca del decesso e produrla alla Procura di Cagliari.



Sul corpo della 42enne, per la cui uccisione risulta indagato il marito Igor Sollai attualmente recluso in carcere a Uta, non ci sarebbero segni di difesa. Sintomo di un’aggressione repentina che potrebbe essere avvenuta mentre la vittima dormiva sul divano, comunque colta di sorpresa dal suo assassino. Difficile stabilire la data della morte, al momento incerta. Una delle ipotesi è che, consumato il delitto all’interno dell’abitazione dove Francesca Deidda viveva con il coniuge, il cadavere sia stato posto dentro il borsone e gettato da una finestra sul retro per evitare occhi indiscreti prima di essere trasportato in campagna. Tracce di sangue nell’auto confermerebbero parzialmente questa eventuale ricostruzione.

Francesca Deidda, l’ipotesi sull’arma del delitto

Sebbene manchi la “pistola fumante”, l’autopsia ha consentito di focalizzare un’ipotesi sull’arma del delitto che l’assassino di Francesca Deidda avrebbe usato per infliggere un unico, fortissimo colpo alla testa diretto alla parte frontale e capace di non darle scampo. A descriverla è ancora L’Unione Sarda: si pensa all’utilizzo di un corpo contundente di dimensioni ridotte, diametro massimo 10 centimetri, ma molto pesante e verosimilmente compatibile con un attrezzo sportivo quale, ad esempio, un manubrio per esercizi ginnici che mancherebbe all’appello a casa di Francesca Deidda.

Gli esperti del Ris di Cagliari, tornati nell’abitazione della vittima per un nuovo sopralluogo, non lo avrebbero trovato nonostante ore di ricerche. Sul fronte investigativo, per quanto concerne il quesito sulla data della morte, una risposta potrebbe arrivare dalla consulenza dell’entomologo Stefano Vanin, atteso nel capoluogo sardo nei prossimi giorni e incaricato di condurre accertamenti utili a inquadrare l’epoca del decesso. Gli inquirenti ritengono verosimile che l’omicidio di Francesca Deidda, al quale sarebbe seguito un maldestro tentativo di depistaggio contestato al marito Igor Sollai, sia avvenuto il giorno stesso della scomparsa, il 10 maggio. Nelle ore seguenti, l’indagato avrebbe fatto di tutto per disfarsi quanto prima di automobile e divano – secondo chi indaga, allo scopo di cancellare ogni potenziale traccia che riconducesse a lui come autore del delitto – riuscendo a vendere soltanto la prima e consigliando all’ignaro acquirente, questa la ricostruzione riportata da L’Unione Sarda, di igienizzarla con cura.