Si chiama Francesca Di Giovanni, fa parte del Movimento dei Focolarini ma soprattutto da oggi è la nuova sottosegretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati in Vaticano: la nomina di Papa Francesco per il settore multilaterale, oltre ad offrire un ruolo di prestigio per un settore diplomatico sempre più utile in un tempo “turbolento” come quello in corso, dà una prima donna nominata in Vaticano. Una svolta a suo modo storica che avviene in un momento assai particolare per la Chiesa, con il “caso Ratzinger-Sarah” che ha scosso negli ultimi giorni le mura della Santa Sede e con il tema del celibato-matrimonio dei preti in forte discussione per i prossimi mesi dopo il Sinodo sull’Amazzonia. Per un incarico come quello conferito a Francesca Di Giovanni non è necessaria la potestas ordinis legata alla consacrazione sacerdotale ma resta comunque “innovativo” la scelta di una donna per quel delicato ruolo: da quasi 27 anni in Segreteria di Stato, la 67enne originaria di Palermo e aderente al Movimento dei Focolarini si è laureata in Giurisprudenza e svolte da tempo diversi ruoli nel settore giuridico-amministrativo presso il Centro internazionale dell’Opera di Maria (per l’appunto, il Movimento di cui lei fa parte).



FRANCESCA DI GIOVANNI, “UNA SVOLTA PER LA CHIESA”

Come riporta la nota della Santa Sede pubblicata questa mattina, Francesca Di Giovanni ha svolto il suo servizio sempre nel settore multilaterale, «soprattutto per quanto riguarda temi concernenti i migranti e i rifugiati, il diritto internazionale umanitario, le comunicazioni, il diritto internazionale privato, la condizione della donna, la proprietà intellettuale e il turismo». Per la nuova sottosegretario in Vaticano, intervistata da Vatican News e Osservatore Romano, la scelta di Papa Francesco di chiamare una donna «è una decisione innovativa, certamente, che, al di là della mia persona, rappresenta un segno di attenzione nei confronti delle donne». A sottolineare però la delicatezza dell’incarico ci pensa la stessa Di Giovanni che allontana la scelta “solo per il fatto di essere donna” in favore invece di una competenza in materia, «Ma – aggiunge la neo-nominata- la responsabilità è legata al compito, più che al fatto di essere donna». Parafrasando le parole di Papa Francesco dello scorso 1 gennaio nell’omelia della Santa Messa di Capodanno, «La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace». In merito alla missione e al compito che la Di Giovanni dovrà svolgere all’interno della Segreteria di Stato, è la stessa neo-sottosegretario a spiegare a Vatican News il suo primario obiettivo sulla scia del magistero di Papa Francesco «La Santa Sede ha anche la missione, nella Comunità internazionale, di curare che l’interdipendenza tra gli uomini e le nazioni si sviluppi in una dimensione morale ed etica, oltre che nelle altre dimensioni e vari aspetti che le relazioni acquistano nel mondo attuale. Non bisogna mai stancarsi di favorire il dialogo a tutti livelli, sempre alla ricerca di soluzioni diplomatiche. Ad esempio, il Papa nel suo recente discorso al Corpo Diplomatico ha ricordato, tra l’altro, i tanti risultati positivi delle Nazioni Unite, che quest’anno celebrano il 75° anniversario di istituzione. Vogliamo continuare a vederle come un mezzo necessario per conseguire il bene comune, anche se questo non ci esime dal chiedere modifiche o riforme là dove si vedono necessari».



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